«REDDITO DI CITTADINANZA» QUELLO CHE NON MI PIACE DEI POST DI MOLTI AMICI LIBERTARI IN MERITO (titolo originale)
Ieri sera Silvio Berlusconi ha definito il cosiddetto REDDITO DI CITTADINANZA come un regalo per i fannulloni, o qualcosa di simile, anche se non ricordo le parole precise. Trovo allineati molti amici libertari su questa posizione.
La locuzione REDDITO DI CITTADINANZA è, ammettiamolo, davvero infelice. Fa pensare che, in quanto cittadini, si abbia diritto ad un “reddito” elargito dallo Stato, cioè da altri cittadini. Il che è a dir poco bizzarro.
Meglio ha fatto la Svizzera, dove il reddito di cittadinanza esiste da tempo, ma si chiama ASSISTENZA.
Il che, pur non essendo diversi gli effetti pratici, fa sentire chi la riceve (l’assistenza) non come fruitore di un diritto, ma come una persona che viene “assistita”, perché non in grado di cavarsela da sola.
Non sono così pochi coloro che si vergognano della condizione in cui sono caduti e con ogni mezzo cercano di trovare un lavoro che ridia loro la dignità di poter provvedere a sé stessi senza ricorrere all’aiuto altrui.
Nondimeno ci sono situazioni oggettive dalle quali è difficile risollevarsi o deve le difficoltà sono soverchianti: sia va da giovani in cerca di un primo impiego, a ragazze madri o donne divorziate con figli e marito in fuga o lui stesso indigente, a cinquantenni con figli ancora a carico, licenziati in tronco e difficilmente reintegrabili nel mondo del lavoro. Terminato il periodo di indennità di disoccupazione per queste persone l’ASSISTENZA è l’unico modo per evitare la disperazione più nera, culminata in molti casi anche in malattie psichiche o addirittura suicidi.
So bene come il libertari vorrebbero trattare questi casi, che probabilmente ci saranno sempre, in qualunque società, per quanto perfetta: attraverso contributi volontari di cittadini più fortunati o più capaci. Come libertario, questa è anche la mia idea.
Tuttavia, nelle condizioni attuali, in presenza di un coercitore istituzionale che drena la ricchezza prodotta per trasferirla in gran parte a caste di privilegiati e di parassiti, chi desidera operare a favore di propri concittadini in difficoltà economica, più crudamente a favore di “poveri” tout court, si trova con le armi della solidarietà spuntate.
Quindi, e la cosa più o meno è così in tutti gli Stati nazionali attuali, son gli Stati stessi che così come gestiscono le assicurazioni sociali, la previdenza, la scuola, la sanità ecc. gestiscono anche l’indigenza e la disperazione da loro stessi molte volte create.
Questo lungo preambolo per dire che, lo si chiami REDDITO DI CITTADINANZA, o ASSISTENZA, o in qualunque altro modo, il problema di come aiutare i poveri di oggi si pone. Io, da libertario, non me la sento di tacciare tutti questi poveri come “fannulloni” ai quali si debba rifiutare l’aiuto, privato o di Stato che sia, per timore che continuino a fare i fannulloni.
Questo è quello che non mi piace nei post che leggo, firmati da amici libertari.
Cosa mi piacerebbe leggere? Mi piacerebbe leggere che questi poveri non possono essere abbandonati. Le risorse devono essere trovate togliendo o almeno limitando i privilegi dei “veri fannulloni a vita”. Includendo tra le caste e le oligarchie privilegiate e parassitarie che ammorbano lo Stato anche “i fannulloni istituzionali” che ruotano dentro e intorno ai partiti e ai loro esponenti, a cominciare dalla corte di fannulloni di Berlusconi, con le cui sparate senili mi duole vedere allineati così tanti amici libertari.
Rivo Cortonesi