La riforma delle pensioni ha portato diversi disordini in Francia, da giorni stretta nella morsa di numerosi scioperi e proteste che si tengono in diverse città. Lunedì scorso il Parlamento ha cominciato a discutere la legge che dovrebbe portare l’età pensionabile da 62 a 64 anni. In alcune città, come per esempio a Marsiglia, si sono registrate più presenze il 31 gennaio che durante la prima grande manifestazione del 19 gennaio. Innumerevoli i disagi dovuti alle proteste. Le ferrovie francesi hanno consigliato ai viaggiatori di rimandare i loro spostamenti e, se possibile, di lavorare da casa. Quasi tutti i dipendenti della compagnia petrolifera TotalEnergies e la maggior parte di quelli dell’Électricité de France hanno annunciato lo sciopero.

Il governo risulta però inflessibile, la prima ministra Elisabeth Borne ha dichiarato che la questione non è negoziabile mentre il presidente Emmanuel Macron ha ribadito l’importanza della riforma, definendola “essenziale”.

Non è la prima volta che una riforma pensionistica provoca grande preoccupazione nei francesi, una situazione simile si era già verificata nel 2019. Molti analisti sostengono che in effetti il sistema pensionistico francese è estremamente frammentato e a tratti ingiusto per determinate categorie. Esistono ben 42 regimi pensionistici differenti che costano più di qualunque altro regime nei paesi europei. Lo scopo della riforma è appunto quello di ridurre il costo ed evitare di andare ancora in deficit, come già successo tre anni fa. La premier ha dichiarato: “Con questa riforma ci battiamo per salvare il sistema per ripartizione. Ci battiamo per il nostro modello sociale. Allora, non dubito un secondo che la maggioranza resterà unita”.