Bin Laden, in una lettera del 2010, ordinava ad Al-Qaeda di non uccidete Biden, poiché avrebbe portato gli Stati Uniti alla crisi.

Maggio 2010, quattordici anni fa. Il fondatore di Al Qaeda Osama Bin Laden invia una lettera al suo movimento, nella quale avverte i terroristi islamici di non uccidere il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, all’epoca vice di Obama, perché, in caso fosse divenuto il Presidente, avrebbe portato l’America alla crisi. In pratica, avrebbe da sé fatto quello che i terroristi attendevano da anni.

Nella lettera, il fondamentalista delineava il futuro presidente “totalmente impreparato per ricoprire quel ruolo e avrebbe portato la nazione in stato di crisi”. Il documento è stato reso pubblico dal Combating Terrorism Center. Nel documento, il leader terrorista indicava come obiettivi primari l’ex presidente Obama e l’allora capo della Cia David Petraeus.

49 pagine scritte (a macchina) da Bin Laden in persona, dopo che il terrorista Mustafa Abu’l-Yazid era morto, per indirizzare il successore di questi “sulla retta via”.

Sì a bersagli come l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l’ex capo nella Cia David Petraeus, scriveva Bin Laden, ma lasciare “intatto” il suo vice.

In un passaggio inerente proprio alle visite dei rappresentanti americani in Afghanistan e in Pakistan, Bin Laden indicava come “uccidendo Obama, l’America avrebbe eletto Biden per il resto del mandato”, e Biden, rivelando la sua incapacità, avrebbe alterato l’andamento della guerra.

Oggi Bin Laden non è più, e Biden è presidente. Chissà che il “sogno profetico” degli islamisti non si stia già realizzando.