La premier scozzese Nicola Sturgeon ha annunciato le sue dimissioni, una settimana fa. La First Minister scozzese, in una conferenza stampa a Edimburgo, ha ricordato “con orgoglio” di essere stata la prima donna a rivestire l’incarico di first minister, oltre che la più longeva leader della Scozia nonché di aver “dedicato tutta la vita all’indipendenza della Scozia”.
A tal proposito, però, è proprio in tale ambito che si inserisce la sua uscita di scena, ovvero riguardo il fallimento della strategia della stessa Sturgeon di ottenere per via legale e costituzionale un voto popolare bis sull’indipendenza scozzese, nonché dal cambio di guardia del suo partito, avvenuto col passaggio di testimone al suo successore, Ian Blackford come capogruppo della formazione nel Parlamento britannico di Westminster.
Le dimissioni, tuttavia, sono arrivate a sorpresa, da parte della first minister del governo locale della Scozia e leader del partito indipendentista dell’Snp, Nicola Sturgeon. La quale, secondo fonti vicine citate dalla Bbc, sarebbe semplicemente stanca e “non ne potrebbe più” delle responsabilità politiche che ricopre da tempo.
In carica dal 2014, quando subentrò allo storico leader indipendentista Alex Salmond dopo la sconfitta nel referendum sulla secessione della Scozia dal Regno Unito svoltosi quell’anno, è rimasta incontrastata al vertice dei nazionalisti-progressisti dell’Snp e del governo locale di Edimburgo per quasi un decennio.
Ad oggi, Alan Cochrane, giornalista per The Telegraph, scrive di Nicol Sturgeon che ella avrebbe distrutto la propria reputazione e il suo potere politico, attraverso la sua folle decisione di proporre che ognuno possa cambiare il proprio genere di appartenenza sessuale, al punto che uno stupratore che sostenga di essere donna, venga messo in un carcere femminile. Per succedere alla Sturgeon, vi sono tre candidati: un cristiano, un calvinista e un mussulmano. Quest’ultimo, avrebbe avuto problemi con l’elettorato islamico per aver supportato i matrimoni gay. Staremo a vedere.