Il vincitore del premio Nobel per la pace 2022 Ales Bialiatski è stato condannato a 10 anni di carcere in Bielorussia, dove è detenuto come oppositore politico dal 2021. Bialiatski aveva fondato in Bielorussia una ONG, Viasna, che dal 1996 si occupa di dare assistenza legale  finanziaria ai prigionieri politici del regime di Alexander Lukashnko. 

Bialiatski è stato arrestato assieme ad altri attivisti di Viasna, e le accuse a loro rivolte riguardano  il contrabbando, dei presunti finanziamenti illeciti dell’organizzazione nonchè azioni che violano “l’ordine pubblico”. Assieme a Bialiatski sono stati condannati anche la giudice del tribunale distrettuale di Minsk Maryna Zapasnik, il vicepresidente dell’ONG Valiantsin Stefanovic e gli attivisti Uladzimir Labkovich e Zmitser Salauyou. Oltre alla pena detentiva dovranno anche pagare multe di vario importo e risarcire il denaro che avrebbero ottenuto con mezzi illegale. Tutte le accuse sono considerate inventate dagli analisti internazionali, come vendetta per l’opposizione politica al regime, che non tollera in alcun modo la libertà di parola e il dissenso. Numerose le reazioni dall’UE che unanimemente condannano l’agire delle autorità bielorusse. L’ONU si è espresso sulla questione definendo allarmante la persecuzione sistematica degli oppositori e degli attivisti. 

Nel 2022 Bialiatski aveva vinto il premio Nobel ma era già detenuto e pertanto è stata sua moglie, Natalia Pinchuk ad andare a ritirarlo al posto suo a Oslo. “Migliaia di persone sono attualmente dietro le sbarre in Bielorussia per ragioni politiche, sono tutti miei fratelli e sorelle. Niente fermerà il desiderio umano di libertà. Nel mio paese natale, tutta la Bielorussia è in prigione. Ci sono giornalisti, politologi, attivisti” ha dichiarato Bialiatski per mezzo di sua moglie. Lo stesso anno ha condiviso il premio con il gruppo per i diritto umani russo Memorial Society e il gruppo ucraino Center for civil liberties.