La ministra del Lavoro, Elvira Calderone, ha rassicurato le parti sociali, sostenendo che il sussidio per i poveri non sparirà, anche per i cosiddetti «occupabili», cioè coloro che potrebbero lavorare, ma verrà sostituito da uno strumento che ha definito «Misura di inclusione attiva». Il nuovo acronimo dovrebbe quindi essere “Mia”.

La Mia si potrà chiedere già da agosto i potenziali beneficiari, saranno divisi in due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. 

Le prime famiglie povere senza persone occupabili saranno quelle dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile.

Le famiglie con occupabili saranno quelle dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età.

In Italia, gli occupabili cioè coloro che potrebbero lavorare sono stimati essere in 300 mila nuclei monofamiliari più 100 mila nuclei con più membri. Attualmente essi beneficiano dell’attuale Reddito. Per loro la Mia dovrebbe essere meno generosa e durerà meno.

Costoro, anziché 500 euro, percepiranno, infatti, un assegno base di 375 euro, per non più di un anno.

Anche le altre famiglie continueranno a ricevere un sussidio, la Mia appunto, il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come nel Reddito. Per ora, nel caso costoro debbano pagare l’affitto, essi possono percepire fino a 280 euro al mese, in più. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare.