Francesco Pontelli – Economista  il Patto Sociale – 8 marzo 2023

Negli ultimi trent’anni il ceto accademico ha promozionato, e quasi imposto, alla classe politica governativa Italiana il postulato economico relativo alla inevitabilità delle delocalizzazioni produttive verso paesi a basso costo di manodopera, favorendo l’infantile visione di economie occidentali basate unicamente sul turismo ed i servizi. Di fronte ad una devastante deindustrializzazione del nostro Paese, la classe politica ha risposto con imbarazzanti silenzi o peggio con una sostanziale accondiscendenza da considerarsi come un’espressione cristallina di un vuoto strategico ed economico.

La nostra supremazia economica e culturale, come espressione di una filiera industriale, è stata azzerata esattamente come ora l’Unione Europea intende realizzare con l’obbligatorietà dell’auto elettrica dal 2035.

A poche decine di minuti da Milano, la Svizzera rappresenta, ancora una volta, un modello democratico (diretto) ed economico ancora oggi non compreso dalle italiche eccellenze intellettuali accademiche e politiche.

La decisione della statunitense Mondelez di spostare la produzione del celebre Toblerone in Slovacchia, classica delocalizzazione verso costi minori di manodopera, ha avuto delle conseguenze immediate. Lo Stato Svizzero, in applicazione della legge del 1 gennaio 2017, Swissness Act, ha imposto alla società americana di togliere dalla confezione della celebre barretta di cioccolato l’immagine del Cervino e lo stessa definizione Swiss Made.

In altre parole, il legislatore elvetico di fronte ad una legittima scelta strategica di una società di delocalizzare la propria produzione, ha definito un quadro normativo finalizzato a tutelare il valore stesso della produzione industriale elvetica. Il principio economico e culturale di cui questa legge ne esprime il principio ispiratore definisce una filiera industriale come espressione del know how professionale ed industriale, una ricchezza nazionale da tutelare proprio con un intervento normativo specifico.

Il governo svizzero ha quindi imposto delle conseguenze immediate ai produttori del Toblerone e cosi azzerato ogni plus derivante dalla localizzazione elvetica del prodotto.

Nel nostro Paese, invece, si continua a parlare di finanziamenti anche europei, ma sempre lontani dal mondo industriale e soprattutto nella totale assenza di una rinnovata attenzione alla filiera complessiva del Made in Italy la quale richiederebbe una normativa molto più decisa e chiara da applicare.

Gli effetti devastanti di un’ideologia che ha dominato la scena politica italiana, imperniata sulla considerazione di un mondo industriale come espressione di una Old Economy,rappresentano il fallimento clamoroso culturale, economico ed umano di una classe politica ed accademica che non si è mai posta e tanto meno ha  ricercato una strategia economica che limitasse quantomeno le delocalizzazioni produttive. Viceversa, le ha semplicemente accettate, sostenute e considerate inevitabili.

La scelta del governo svizzero, invece, rappresenta la massima espressione di un’economia complessa ma pur sempre liberale, all’interno della quale non si impone nessun divieto alle legittime scelte di una società operante all’interno del territorio elvetico.

Tuttavia, e questa rappresenta la massima espressione di un pensiero innovativo, vengono definite attraverso un preciso quadro normativo (Swissness Act appunto) le inevitabili conseguenze, imponendo, come nel caso specifico, alla stessa proprietà di eliminare tutti i plus espressione dello Swiss made.

Questa strategia politica ed economica adottata in Svizzera rappresenta l’unica forma di tutela anche culturale per un sistema economico e per le umane professionalità che concorrono al suo continuo progresso.