In una lezione di circa 40 minuti sulla seconda guerra mondiale, lo storico piemontese Alessandro Barbero, ormai celebre per la sua verve e capacità comunicativa, tanto da essere idolatrato anche dai giovani studiosi, ha parlato dell’invasione da parte della Wermacht dell’Unione Sovietica, passata alla Storia col nome di “operazione Barbarossa”, che si sarebbe conclusa con la celebre quanto sanguinosa battaglia di Stalingrado.

Parla così, in una clip da un minuto e dieci tratta dalla lezione dello storico, Barbero:

“…Ma nella memoria dei russi, se gli chiedete qual è la più grande tragedia del ventesimo secolo, vi risponderanno che è l’invasione nazista dell’Unione Sovietica. La terrificante invasione di un potere assassino che ha sterminato milioni di persone, deportato gli ebrei, aperto i campi di sterminio, gasato la gente, bruciato i villaggi, massacrato i civili… e gli ucraini in parte erano complici. Gli ucraini, per odio verso il potere sovietico, all’arrivo dei nazisti, in parte li hanno festeggiati e i nazisti hanno potuto reclutare milizie fra gli ucraini, e gli ucraini hanno collaborato allo sterminio degli ebrei e così via. Anche questo è vero, èsuccesso davvero.“

Una verità, quella espressa, scomoda, che tuttavia rispecchia quanto espresso dal professore in Sociologia del terrorismo internazionale Alessandro Orsini, che in una puntata dedicata alle sorti del conflitto in Ucraina del programma Accordi&Disaccordi, aveva sostenuto che Hitler “non volesse la seconda guerra mondiale”:

il pensiero, in realtà più profondo e complesso e, forse, non espresso nei migliori dei modi, è stato ripreso dall’eminente storico Alessandro Barbero, che ha quindi contestualizzato spiegando il tragico episodio del secondo conflitto bellico, in una realtà profondamente attualizzata, in cui non ci compaiono eroi, ma soltato una grande massa di colpevoli, nessuno escluso.