Fare carriera è molto importante per lei, vero?

“Sì, lo ammetto, sono molto ambiziosa. Ho preso in mano la mia vita molto presto, al fine di raggiungere i miei scopi senza dover rendere conto a nessuno. Sono una ribelle fin dall’infanzia”.

Da bambina, quale era il suo sogno?

“Ho sempre voluto essere una manager. A quel tempo, naturalmente, non capivo esattamente cosa significasse. Ma suonava decisamente bene!”

Il pensiero di oggi è riservato a Xenia. Leggevo poco fa l’interessante intervista pubblicata sulla home page della Swisscom (che, sia detto tra noi, pubblica in continuazione il gossip più fatuo e demente).

Xenia quando mi arrivò in classe aveva, penso, quindici anni. Aveva lunghi capelli neri (sì, neri, non biondi o castani: neri), occhi verdi. Era una bella ragazza sveglia, svelta, intelligente e vivace. Portava, talvolta, orecchini esageratamente grandi. Veniva da Mosca, forse aveva lasciato la sua città da poche settimane. Imparò presto la lingua e in matematica prendeva buoni voti.

Poi, più tardi, seppi che Xenia era diventata famosa. Era una miss, appariva sul Blick (che la spingeva alla grande), era ammirata da moltissime persone. La Xenia di oggi, sempre bellissima, così bella che non sembra neanche vera, è molto diversa dalla Xenia di allora. Meno, come dire, meno naturale (sia detto senza offesa).

Xenia rimane per me una brava e gentile allieva del liceo, occhi verdi, capelli neri, orecchini giganti. Faceva il suo “espe di mate” e prendeva, tutta contenta, il suo 5.