L’incidente, avvenuto martedì mattina sul Mar Nero tra un caccia russo e un drone da ricognizione statunitense, è un ulteriore e pericoloso passo avanti verso un livello preoccupante nelle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.

Secondo i funzionari del Pentagono, un drone senza pilota MQ-9 Reaper di fabbricazione statunitense con a bordo tecnologie altamente classificate che stava conducendo operazioni di routine, e due jet russi da combattimento Su-27, stavano sorvolando le acque internazionali sopra il Mar Nero ad ovest della Crimea, quando uno degli aerei russi si è avvicinato intenzionalmente al drone scaricandogli addosso del carburante.

La manovra così ravvicinata, ritenuta dal segretario di Stato Antony Blinken pericolosa e non professionale, ha causato lo scontro con l’elica del drone, costringendo il personale dell’Air Force che pilotava da remoto il drone, a farlo schiantare in acque internazionali.

Il generale Patrick Ryder, portavoce del Pentagono, ha dichiarato che gli aerei russi hanno volato nelle vicinanze del drone per 30-40 minuti prima di scontrarsi intorno alle sette del mattino (ora CET).

Dall’inizio della guerra in Ucraina, l’incidente segna il primo contatto fisico diretto tra aerei militari russi e statunitensi. Una provocazione che potrebbe portare a “errori di calcolo” e ad una escalation involontaria tra le due superpotenze.

I russi hanno ovviamente fornito una versione diversa dei fatti, negando la responsabilità e incolpando gli americani per aver violato quello che definiscono un confine “temporaneo”. Il ministero della Difesa russo ha affermato che gli aerei non hanno utilizzato armi aviotrasportate e non sono entrati in contatto con il drone statunitense. Sono solo stati allertati per identificare il drone, che secondo il ministero della Difesa russo si stava dirigendo in direzione del confine di Stato della Federazione Russa.

Il problema più grande adesso è che il drone potrebbe cadere in mani sbagliate, secondo l’aeronautica militare statunitense. L’MQ-9 Reaper viene utilizzato per raccogliere informazioni, condurre missioni di sorveglianza e attacchi di precisione su obiettivi di alto valore anche con condizioni meteo difficili. Gli Stati Uniti hanno condotto missioni in Iraq, Afghanistan e Siria con questo tipo di velivolo senza pilota gestito da remoto da due squadre militari che si trovano in due delle 20 basi dislocate in 17 Stati. Una squadra comanda la missione e controlla il drone, mentre l’altra aziona i sensori e guida le armi.

Lungo 11 metri e con una apertura alare di 20 metri, il drone può trasportare fino a 8 missili a guida laser, 16 missili anticarro Hellfire e carburante sufficiente per rimanere in aria per più di 2’000 km ad una altezza di 15’000 metri. Un singolo drone costa circa 30 milioni di dollari.

Il portavoce del Pentagono ha affermato che la Russia non aveva il drone, ma si è rifiutato di dire se stesse cercando il relitto in modo che la sua intelligence militare potesse sezionarlo.

Il segretario del consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, ha dichiarato in un discorso televisivo che la Russia ha pianificato di cercare i detriti del drone. “Non so se possiamo recuperarli o meno, ma dovremmo sicuramente farlo, e ce ne occuperemo”, ha detto Patrushev.

L’agenzia di stampa russa statale RIA Novosti, ha citato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, che ha detto: “Non vogliamo alcuno scontro tra USA e Russia. Siamo favorevoli alla costruzione di relazioni pragmatiche”, aggiungendo che “Siamo preoccupati per l’attività inaccettabile delle forze armate statunitensi nelle immediate vicinanze dei nostri confini”. E ha chiesto: “Potete immaginare se un drone del genere apparisse improvvisamente vicino a New York o San Francisco?”.

Il Pentagono non ha chiarito al momento se il video dell’incidente verrà rilasciato pubblicamente. Deve prima passare attraverso un processo di declassificazione.