A photo taken on November 1, 2011 shows the logo of the Swiss banking giant Credit Suisse in Zurich. Credit Suisse said on November 1 that third-quarter net profit rose 12 percent from a year ago to 683 million francs (562 million euros, 776 million US dollars), but said it would cut staff by three percent. AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI (Photo credit should read FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)

Un sospiro di sollievo per Credit Suisse, ma il pericolo sembra essere ancora dietro l’angolo. La Banca Nazionale Svizzera ha intenzione di concedere un prestito fino 54miliardi di dollari a Credit Suisse per risanare la liquidità della banca in difficoltà.  La notizia ha fatto risalire il valore del titolo che nella giornata di ieri aveva perso il 30% del proprio valore, facendo tremare l’intero mercato finanziario. 

Il sostegno pubblico da parte della BNS ha raggiunto il desiderato effetto “rimbalzo”, ma la situazione è ancora in bilico e la fiducia dei clienti è tutta da riconquistare. I titoli di Credit Suisse erano in discesa già da giorni in seguito ad alcune voci di corridoio che parlavano di “debolezze di bilancio”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso spingendo il valore verso una vertiginosa discesa è stato l’annuncio del primo azionista della banca, ovvero la Saudi National Bank, che ha dichiarato che non avrebbe più fornito liquidità a Credit Suisse. In seguito all’annuncio, il gigante elvetico aveva ammesso che in effetti delle debolezze nel bilancio sono state rilevate. In particolare, si tratta di una perdita finanziaria talmente ingente da essere la più grave registrata dai tempi della crisi del 2008.

Il sostegno da parte della BNS e dell’autorità siviera di vigilanza sui mercati, la FINMA, il titolo è tornato a salire del 31%. L’amministratore delegato Ulrich Körner ha promesso un cambiamento in seguito al prestito, che rappresenterebbe “un’azione decisiva per rafforzare il Credit Suisse mentre proseguiamo la nostra trasformazione strategica”. Ha inoltre aggiunto: “Io e il mio team siamo determinati a procedere rapidamente per offrire una banca più semplice e specializzata, costruita intorno alle esigenze dei clienti”. 

La crisi di CS arriva in un mese difficile anche per altri due istituti, la Silicon Valley Bank e la Signature Bank, banche americane fallite proprio negli scorsi giorni. Pur non c’entrando niente con le vicende dei due istituti americani, le difficoltà’ di Credit Suisse non fanno che alimentare il panico nel mercato, rischiando di trascinare nel baratro l’intero settore.