In questa atmosfera pasquale, ma anche – purtroppo – di guerra in Europa, pubblichiamo un articolo in cui analizziamo, brevemente, la lucida e commovente analisi di Ludovico Ariosto, contro la guerra.

Vediamo quindi la condanna delle guerre d’Italia, tra Francesco I di Francia e Carlo V d’Asburgo, della bombarda, del cannone, del cannone a scoppio (Orlando Furioso, XI, 24ss.)

Italia e Francia e tutte l’altre bande
del mondo han poi la crudele arte appresa.
Alcuno il bronzo in cave forme spande,
che liquefatto ha la fornace accesa;
bugia altri il ferro; e chi picciol, chi grande
il vaso forma, che piú e meno pesa:
e qual bombarda e qual nomina scoppio,
qual semplice cannon, qual cannon doppio;

Quindi dei mercenari che, codardi, uccidono da lontano e a pagamento, i prodi (Orlando Furioso, XI, 25 ss.)

Rendi, miser soldato, alla fucina
pur tutte l’arme c’hai, fin alla spada;
e in spalla un scoppio o un arcobugio prendi;
che senza, io so, non toccherai stipendi.

Come trovasti, o scelerata e brutta
invenzïon, mai loco in uman core?
Per te la militar gloria è distrutta,
per te il mestier de l’arme è senza onore;
per te è il valore e la virtú ridutta,
che spesso par del buono il rio migliore:
non piú la gagliardia, non piú l’ardire
per te può in campo al paragon venire.

Per te son giti et anderan sotterra
tanti signori e cavallieri tanti,
prima che sia finita questa guerra,
che ’l mondo, ma piú Italia ha messo in pianti;
che s’io v’ho detto, il detto mio non erra,
che ben fu il piú crudele e il piú di quanti
mai furo al mondo ingegni empii e maligni,
ch’imaginò sí abominosi ordigni.

Infine, l’invettiva di Ariosto s’allarga ai traditori, in primis a Giuda: nonché alla speranza di una giustizia divina, ultraterrena, che ricostituirà l’ordine su questa terra infranto. (Orlando Furioso, XI, 28).

E crederò che Dio, perché vendetta
ne sia in eterno, nel profondo chiuda
del cieco abisso quella maladetta
anima, appresso al maladetto Giuda.

Edmund Leighton, “Vanquished”