A un evento del 28 febbraio, nel tempio di Tsuglagkhang, a Dharamshala, in India, il capo spirituale tibetano, ha chiesto a un bambino che lo baciava, di “succhiargli la lingua”.

La richiesta shock, con tanto di video registrato, ha shockato il mondo.

Ora, Tenzin Peljor un monaco che indaga sugli abusi sessuali nel Buddismo, rivela che quanto avvenuto è stato “una tragedia” per la quale “la comunità è divisa”. Peljor racconta gli abusi mai rivelati nella sua comunità. È stato proprio lui a diffondere il filmato, che nonostante il ribrezzo che suscita può, a suo dire, servire per conoscere una realtà sconcertante.

Il Dalai Lama, racconta Peljor, ha sempre avuto una tendenza allo scherzo, come per esempio quando rideva dei gioielli dei nativi americani, per gioco. O quando si metteva i capelli di alcuni fedeli sotto al naso, a mo’ di barba. Ora, però, sintetizza Peljor, bisogna indagare sulle intenzioni.

C’è, in Tibet, è vero, un tradizionale saluto con la lingua, racconta Peljor. Ma questa volta “non c’entrerebbe niente”. In ogni caso, una comunità polarizzata tra colpevolisti e innocentisti non ha futuro, dice il “monaco detective”.