La cerimonia per l’incoronazione di Carlo III è molto sentita e commovente.

Davanti alla White Hall la statua di Carlo I guarda Carlo IIII assiso in carrozza che, timido, saluta. Il re è rilassato e, accanto a lui, c’è la sua consorte Camilla. Inizialmente lei non saluta, poi si scioglie e segue il marito. 

È una tipica giornata primaverile inglese, il sole fa capolino dalle nubi,quando la carrozza entra in Parliament Square. 

L’inno inglese suona per la terza volta (la prima all’uscita della carrozza reale da Buckingham Palace, la seconda davanti alla Mall House). 

È una scena molto differente da settant’anni fa, quando un grande baldacchino era stato costruito davanti a Westminster, cosicché sua maestà Elisabetta II avrebbe, in caso, potuto ripararsi dalla pioggia, Oggi, invece, soltanto una semplicissima pensilina bianca e sobria. 

Nell’Abbazia di Westimnster, nel frattempo, entrano il duca e la duchessa di Edimburgo, preceduti dalla principessa Anna, sorella del sovrano. Andrea, infatti, è il grande assente. Il corteo reale, preceduto da una fitta scorta di guardie a cavallo dalle uniforme splendenti e dalla lunga criniera oscillante al vento, si avvicina all’Abbazia, superando il memoriale della Seconda Guerra Mondiale, a Parliament Square. Carlo sarà oggi il 40esimo sovrano incoronato dal 1066.

Suona la marcia trionfale inglese, suonata l’ultima volta in onore di Elisabetta II. La carrozza – dono d’Australia – s’avvicina all’Abbazia, sotto una pioggia battente. Il tempo, commentano i cronisti della BBC, non è stato interamente gentile, oggi.

Quattro trombettisti, dal pulpito di Westminster intonano l’ingresso del corteo. Entrato nell’Abbazia di Westimnster, il re seguito dal paggetto reale George, nonché dal principe del Galles, suo primogenito William e la di lui consorte Kate Middleton, viene preceduto da Camilla. È alla sovrana che è dedicato un canto trionfale, seguito da quello dedicato a Carlo: i nomi dei suoi sovrani sono detti in latino.

Il sovrano viene fatto sedere sul trono, giura sulla Bibbia. Sembra esitare, all’inizio, ma l’Arcivescovo di Canterbury, prontamente, gli sussurra qualcosa all’orecchio e il re posa la mano – leggermente gonfia – sul libro sacro. Viene quindi spogliato del mantello, coperto da quattro paraventi, decorati con croci e uccelli del Paradiso: è il momento, il sovrano viene unto con l’olio sacro.

Dopo canti celestiali e due letture dal Vangelo (lettera di San Paolo ai Colossesi e Vaneglo di Luca) e dalla bibbia (Isaia), l’arcivescovo di Canterbury benedice la corona, dedicata a “un solo Dio”. Quindi, gliela pone sul capo: il gesto è lento, ma non enfatico, cala quasi naturalmente. Carlo viene benedetto, si alza e, scortato dall’arcivescovo di Canterbury e dall’abate di Westminster, si siede sul trono. Gli vengono offerti i doni sacrali.

Quindi, viene incoronata Camilla, che sorride. Alla fine, il corteo s’avvia verso l’uscita, dove, sotto una pioggia battente, cresciuta d’intensità, giungerà a Buckingham Palace, dal cui balcone i due sovrani si affacceranno.

Una cerimonia sacrale, in cui il cristianesimo medioevale e anglicano trionfa, in tutto il suo splendore, aperto, tuttavia, ad ogni etnia. Sotto un cielo di maggio, talvolta oscurato dalle nubi piangenti, altre volte, invece, così chiaro che l’aria s’intarsia alla pioggerellina leggera, è avvenuta così l’incoronazione di re Carlo III. Lunga vita al re.