Si appartava a pochi chilometri dal suo “paradiso”, il pedofilo arrestato nel 2019, per uno stupro ad una donna americana di 72 anni, che proprio nel 2007 viveva in Algavre e dai tabulati telefonici era risultato presso la struttura alberghiera laddove Maddie McCann, 3 anni, scoparve.

Sono passati 16 anni e, oggi, Maddie avrebbe 18 anni. Sarebbe maggiorenne, se non fosse scomparsa il 3 maggio 2007 a Praia da Luz, presso la struttura alberghiera “Ocean Club”, dove trascorreva le vacanze con la famiglia.

A 16 anni dalla misteriosa e tragica scomparsa della bambina inglese Madeleine McCann, la polizia portoghese ha riaperto le indagini per poi chiuderle, stamane. Tramite un comunicato, la polizia ha annunciato che le procedure richieste dai colleghi tedeschi sono state portate a termine e che il materiale raccolto dopo tre giorni di ricerche verrà analizzato in Germania.

Gli investigatori propendono per l’ipotesi dell’uccisione della bambina, ma non hanno mai dichiarato che sul fiume Arade, a 50 km da dove la bambina è scomparsa, si cercasse il suo corpo.

Forse, da quelle ricerche emergeranno indizi su eventuali altri crimini commessi da Christian Brueckner, il 47enne formalmente sospettato di aver rapito e ucciso Maddie e in carcere in Germania dal 2019 per diversi crimini di violenza sessuale commessi tra il 2000 e il 2017 anche in Portogallo, dove ha vissuto tra il 1995 e il 2007 e dove, secondo lo studio dei tabulati telefonici, proprio, il 3 maggio 2007 si trovava nei pressi dell’Ocean Club di Praia da Luz.

Tra martedì e giovedì, gli investigatori hanno setacciato sul bacino idrico della zona, proprio laddove Brueckner era solito appartarsi.

Secondo un avvocato di Madeira, Marcos Aragão Correia, in seguito ad un’ammissione anonima, la piccola sarebbe stata gettata in acqua da quelle parti.

Forse, da quelle ricerche emergerà il pigiama con Winnie the Poo, che la piccola indossava al momento della sparizione.

Forse, ma dopo 16 anni, è tragico quanto struggente cercare il corpo di una bambina. Tra martedì e giovedì, gli investigatori hanno perlustrato con droni e cani molecolari, con decespugliatore cingolato, sonde, pale e rastrelli. Secondo i media locali, gli inquirenti avrebbero raccolto campioni di terreno dall’inizio dello scavo e avrebbero riunito diversi brandelli di tessuto trovati sul posto.

Sarebbe stato un informatore “molto credibile”, o, almeno, così considerato, a dare un’informazione e a riaprire le indagini. Durate tre giorni. Dopo 16 anni.