Ay e Compagni tagliano cortoLa sinistra? Tranne noi tutti hanno abbandonato la sua storia per seguire americanate liberal.”

Una conferenza che lancia il guanto della sfida: soli a sinistra, NO UE e NO NATO.

Il tema della campagna si spiega già dal nome. 

L’unico partito comunista riconosciuto internazionalmente in Svizzera decide che la misura è colma. Almeno con la sinistra nostrana.

Le cause? Seguendo i punti della conferenza tenutasi sabato 3 giugno si direbbe che in particolar modo PS ed in misura minore Verdi siano capaci d’interessarsi solo al piccolo partito diretto dal Segretario Massimiliano Ay quando vi è necessità di voti, schifando per larga misura temi che stanno a cuore al partito ed ai suoi membri. Gli insulti gratuiti hanno fatto il resto. 

Se per la sinistra menscevica concetti come pace, neutralità e protezione delle fasce più deboli non sono prioritari nell’agenda internazionale, i bolscevichi nostrani ritengono che ora più che mai essi debbano essere ribaditi a gran voce. 

Da ciò scaturisce l’accusa da parte dei “rosé” di “brunismo” verso gli aderenti del Partito fondato da Monetti. Accuse che questi ultimi rimandano al mittente: non è una questione di fare il verso all’agenda politica della destra, ma di sacro santo buon senso. Che purtroppo la sinistra sembra aver perso. 

Provando ad ipotizzare qualche calcolo, viene lecito domandarsi se per la sinistra istituzionale formata dal binomio PS e Verdi non convenga fare retromarcia prima che i giochi inizino sul serio. Dopo la scelta disastrosa di spaccare il partito per garantire la sedia in Consiglio di Stato ad un solo candidato eccoci ora di fronte ad una nuova frattura, che porta via altri preziosi voti. Probabilmente a risentirne in questo caso saranno forse più i verdi, ma il trend in decrescita ormai è appurato.

A tutto ciò va aggiunta la diffidenza verso la rappresentanza del PS in gran consiglio, con tante incognite rappresentate da volti nuovi e profili con poca esperienza che possono essere un’occasione ghiotta da parte degli altri schieramenti per colpire (e fare veramente male) all’area sinistra. 

Un’ipotesi non così remota in quanto il partito retto da Arif Ay viene sempre più rispettato quale forza politica nel panorama della sinistra specialmente al centro – destra. 

Il rischio, per i socialisti, è che veramente un giorno di un mese non tanto lontano gli altri partiti incomincino a dar credito ad Ay e compagni, spingendo per favorire così l’area più intellettuale e concreta della sinistra ticinese a scapito della sinistra moderata. 

M.P.T