Henri d’Anselme è un giovane francese di 24 anni,pellegrino cattolico, che ha sfidato giovedì l’aggressore armato di coltello che ha accoltellato quattro bambini piccoli e due adulti in un parco giochi ad Annecy.

L’attentatore è un 31enne siriano di nome Abdalmasih Hanoun, che aveva presentato una domanda d’asilo in Svizzera per poi ritirarla in un secondo momento. 

Laureato in filosofia e management internazionale, Henri proviene da una numerosa famiglia cattolicadi Le Pecq negli Yvelines a nord-ovest di Parigi.Era da nove mesi che stava partecipando ad un tour a piedi della durata di un anno e aveva percorso già più di 1000 km per visitare 24 cattedrali tra cui Arles, Avignone, Nîmes, Béziers, Agde e Grenoble come appassionato delpatrimonio religioso francese, quando è giunto ad Annecy.

Giovedì mattina, aveva pubblicato foto che mostravano la bellezza del lago di Annecy da un parco in riva al lago dove i bambini e i loro genitori e badanti si stavano godendo la mattinata di sole.

Pochi istanti dopo, quelle immagini sono state sostituite da quelle che lui descrive come “scene atroci”. Ha sentito urlare improvvisamente e ha visto un uomo con un grosso coltello attraversare il parco giochi.

Prima di essere rimossi perché troppo angoscianti, i filmati postati sui social media lo mostrano mentrecaccia l’aggressore fuori dall’area riservata ai bambini, cercando di disarmarlo e colpendolo con il suo zaino utilizzato poi per difendersi. Henri lo ha inseguito mentre fuggiva fuori dal parco.

È stato elogiato per il suo coraggio da Emmanuel Macron quando i due si sono incontrati in città venerdì pomeriggio dove il presidente francese si era recato per incontrare le vittime dell’aggressione e salutare il lavoro dei primi soccorritori.

“Sento molte persone definirmi un eroe nazionale, ma in realtà mi sono comportato come avrebbe fatto qualsiasi francese. Mi è capitato di essere lì, forse dovevo esserci, ma chiunque avrebbe fatto quello che ho fatto. Tutti sono in grado di fare qualcosa di simile”, ha detto Henri raccontando ai giornalisti di aver agito d’istinto per evitare ulteriori spargimenti di sangue.

“Era impossibile lasciare che le persone venissero attaccate da questa persona che sembrava essere un pazzo furioso. A un certo punto ha provato ad attaccarmi, i nostri occhi si sono incontrati e ho capito che era qualcuno che non era in uno stato normale, c’era qualcosa di molto brutto in lui che doveva essere fermato”.

Due delle piccole vittime riversano ancora in gravi condizioni.