L’indagine dell’interiorità, con lo scrittore Alberto Ponticello
Intervista di Liliane Tami

Alberto Ponticello, sociologo e scrittore, è autore di un’antologia sulla mistica cristiana e di un nuovo romanzo sul tema della follia e della confessione. Ne parliamo in questa intervista.

Alberto Ponticello ha saputo servire la Chiesa in due modi, con le opere di bene e la scrittura. Laureato in sociologia, ha lavorato come educatore carcerario per portare un po’ di amore e speranza agli ultimi mentre, con pazienza e dedizione, compilava la sua più grande opera letteraria, un’antologia di storica di spiritualità e mistica cristiana in due volumi, pubblicata con la casa editrice Segno nel marzo 2023.

Poco dopo a questo capolavoro ha pubblicato “Assolti dalla follia”, un romanzo in cui l’indagine psicologica delle persone è affiancata dall’indagine simbolica…a partire dalle 22 lettere dell’alfabeto ebraico collegate ai 22 arcani maggiori. Il romanzo è particolare: tratta di un uomo che, spacciandosi per il nuovo cardinale, aiuta le persone ad indagare il proprio animo. In questa intervista scopriremo, con l’autore, l’importanza dei temi da lui trattati.

Gentile Alberto, ci parli di lei:

Come mai ha deciso di andare a lavorare in carcere, cosa l’ha spinta in questo ambito?

Il carcere è un mondo estremamente interessante per indagare, scandagliare, conoscere l’animo umano. Come tutti i “luoghi di frontiera” dà la possibilità di approfondire aspetti che generalmente sono presidiati da clichés e luoghi comuni. Il carcere è inoltre un laboratorio pulsante, un’officina viva dove si cerca di recuperare, in qualche caso di “rimodellare” l’individuo, per restituirlo alla società “recuperato”. Tutto questo ne fa un luogo di grande interesse, anche lavorativamente.

Secondo lei la religione può essere utile nell’aiutare i carcerati?

Tutto ciò che nutre lo spirito e che incentiva la riflessione autocritica, è utile. La religione in questo senso assolve una funzione molteplice: è consolatoria, ma è soprattutto autocritica, dispiegando la sua azione emancipatrice a 360 gradi. Il Cristianesimo come è noto non produce solo “buone anime” e persone pie, ma anche buoni cittadini, buoni genitori, buoni lavoratori, etc.

Ci parli della sua antologia. Quanto tempo ci ha lavorato? Come le è venuta l’idea?

Sin da quando ero ragazzo ho sempre avuto la voglia di raccogliere le frasi, i pensieri, le riflessioni che mi colpivano. Passavo così interi pomeriggi a ricopiarli, riempiendo un quaderno dopo l’altro, oppure ritagliando frammenti di giornali che uniti ai primi, hanno riempito scatoloni, pacchi, valigie. Questo lavoro minuzioso ha riguardato più ambiti, da quello religioso a quello filosofico, da quello socio-politico a quello letterario. Un po’ alla volta ho travasato questo oceano di saggezze dentro il mio computer e adesso ho deciso di pubblicarle, cominciando con l’Antologia di spiritualità e mistica cristiana, recentemente pubblicata con la casa editrice Segno.

Secondo lei quanto è importante oggigiorno la conoscenza della storia della chiesa?

Conoscere la storia della Chiesa significa conoscere la storia di gran parte della civiltà. Il messaggio cristiano, oltre che per l’anima, è stato nutrimento della civiltà in senso ampio: artistico, letterario, giuridico, culturale. E questo naturalmente vale anche per la millenaria storia della Chiesa.

Ha un qualche mistico o teologo preferito?

È difficile scegliere un solo nome. Me ne consenta almeno tre: Agostino, Teresa d’Avila e Charles De Foucauld.

Ci parli del suo romanzo “Assolti dalla follia”. Di cosa parla?

È un romanzo inedito “evaso dal cassetto” dove era rinchiuso da 40 anni. Ambientato in una immaginaria cittadina siciliana del 1961, è la storia di un misterioso personaggio che giungendovi, stravolgerà la vita di tutti rendendosi protagonista di fatti incredibili.

Lo strano professore è assediato da un insolito fenomeno: la scrittura che esce dalle sue mani non è la sua. Le parole che scrive, inoltre, iniziano ad animarsi e a vivere di vita propria.

Un giorno, trovandosi inaspettatamente faccia a faccia col nuovo cardinale della regione, dopo averlo narcotizzato si sostituisce a lui. In chiesa assolverà tutti e lo farà in modo curioso ed originale, consegnando a ciascun penitente una lettera dell’antico alfabeto ebraico, dopo averla tracciata nell’aria.

Tutti si interrogano sul perché dell’impresa del professore, senza riuscire a trovare una spiegazione convincente. Solo un vecchio cantastorie che richiamerà alla memoria un’antichissima tradizione locale, dopo aver distinto la “follia” dalla “pazzia”, riuscirà a dare una spiegazione dell’accaduto.

La prima, la Follia, rappresenta la sregolatezza fantasiosa e possiede una forza creativa e inclusiva, perché una dopo l’altra scioglie i nodi di ogni atipicità, permettendo alla normalità di assorbirla. Sconcerta coloro che invocano verità assolute, ma garantisce pace e quiete sociale.

La seconda, la Pazzia, rappresenta il nulla assoluto e possiede una forza cieca, mutilatrice e distruttiva. Predica e promette verità esclusive ed escludenti, rigidità inconcludenti e contundenti, perché ogni suo respiro ferisce.

Dalle dicerie di paese alle leggende della cabala ebraica, la storia si snoda attraverso il susseguirsi di personaggi grotteschi e caricaturali a cui vengono affidati i grandi temi della vita, in momenti altamente simbolici dove l’immaginifico e l’onirico si respirano come l’aria, avvolgendo ogni cosa.

Quanto è importante per lei il sacramento della confessione?

Perdonare ed essere perdonati è come rinascere. Il sacramento della Riconciliazione è quindi centrale nella fede cristiana. Potremmo dire che è un “continuo battesimo”.

Oggi sempre meno persone vanno a confessarsi. Lei, come sociologo, ritiene che la confessione possa avere dei vantaggi anche a livello sociale?

Ogni pacificazione, anche quella solamente interiore e personale, reca sempre dei benefici alla comunità. Il credente in Gesù Cristo, per vocazione strutturale è un costruttore di pace. E non può esserci pace senza riconciliazione, senza perdono, senza i necessari pentimenti.