La rabbia della popolazione giapponese e delle vicine Cina e Corea del Sud è divampata alla notizia che il gestore dell’impianto di Fukushima, l’azienda TEPCO, ha iniziato a rilasciare nell’Oceano Pacifico più di 1 milione di metri cubi di acqua radioattiva contenente Trizio, un materiale radioattivo con un’emivita (tempo che impiega una sostanza radioattiva per perdere la metà della sua attività radioattiva iniziale) di oltre 12 anni.
La quantità di Trizio rilasciato e la sua diluizione nel mare aperto sono aspetti critici da considerare per valutare il rischio per l’ambiente marino e per la salute umana.
TEPCO è l’acronimo di Tokyo Electric Power Company, la più grande compagnia elettrica del Giappone con sede a Tokyo, che ha una lunga storia risalente al 1895. L’azienda ha costruito la maggior parte delle centrali nucleari del Paese, tra cui anche la centrale nucleare di Fukushima Dai-Ichi, a circa 220 km a nord di Tokyo, gravemente danneggiata nel 2011 dal terremoto più forte mai registrato in Giappone con conseguente tsunami che causò danni strutturali ai reattori.
Il terremoto causò circa 16 mila morti, e l’acqua è stata contaminata dopo essere stata utilizzata per raffreddare tre reattori nucleari che si erano fusi a seguito dei danni.
Si tratta parte di uno sforzo di quasi 150 miliardi di dollari per ripulire il peggior incidente atomico dai tempi di Chernobyl. La decisione è stata presa perché i serbatoi di stoccaggio del sito saranno pieni già nel 2024 e lo spazio per costruirne altri è scarso. Lo scarico, che dovrebbe durare dai 30 ai 40 anni, ha causato rabbia e preoccupazione tra la comunità di pescatori.
La decisione ha spinto la Cina, principale acquirente di prodotti ittici del Giappone, ad annunciare un divieto immediato e generalizzato su tutte le importazioni di prodotti ittici dal Giappone. L’agenzia doganale cinese ha annunciato che “la sospensione ha effetto immediato, al fine di prevenire il rischio di contaminazione radioattiva della sicurezza alimentare”.
“L’oceano è proprietà comune di tutta l’umanità e avviare con la forza lo scarico delle acque reflue nucleari di Fukushima nel mare è un atto estremamente egoista e irresponsabile che ignora gli interessi pubblici internazionali”, ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri cinese.
Le particelle beta del Trizio emesse durante il decadimento radioattivo, hanno la capacità di penetrare attraverso la materia ad una certa distanza a seconda della loro energia. Alcune possono interagire più fortemente con gli atomi dei tessuti, causando danni alle cellule e al DNA. Ma generalmente non causano danni significativi a meno che non vengano ingerite o inalate in grandi quantità.
L’acqua verrà rilasciata inizialmente con attenzione in quantità modeste e con controlli aggiuntivi, ha spiegato un funzionario della TEPCO.
Pechino ha messo in guardia contro un potenziale secondario disastro dopo quello del 2011. “Scaricando l’acqua nell’oceano, il Giappone sta diffondendo i rischi al resto del mondo e sta lasciando una ferita aperta alle future generazioni dell’umanità”.
Ma per quanto possa sembrare spaventoso, gli scarichi sono una pratica comune nel settore e alcuni esperti hanno sottolineato che le centrali nucleari di altri paesi, inclusa la Cina, hanno rilasciato Trizio diluito in mare per decenni senza incidenti.