Il parlamento della Svizzera ha respinto oggi una proposta per vietare l’importazione di foie gras.
Ad aprile, il governo svizzero aveva già appoggiato una misura meno restrittiva, chiedendo la dichiarazione dei metodi di produzione su alcuni prodotti animali come il foie gras e le cosce di rana.
Il Consiglio nazionale, cioè, si è detto contrario a un divieto di importazione, preferendo un obbligo di dichiarazione.
Il Consiglio nazionale ha approvato tale mozione, già passata agli Stati, giovedì con 141 voti a 39.


Dopo un lungo dibattito in aula, da più parti è stato rilevato come il consumo di foie gras faccia parte della cultura culinaria di una parte del Paese, e Valentine Python (Verdi) a nome della commissione preparatoria ha ricordato che si tratta solo di un prodotto di nicchia, consumato soprattutto nel periodo natalizio.
Secondo lo stesso consigliere federale Alain Berset il divieto sarebbe stato una misura troppo radicale e contraria a una serie di accordi internazionali.
In Svizzera è vietata l’alimentazione forzata di anatre e oche, un metodo fondamentale e abusato per produrre il foie gras, ma non lo è l’importazione di prodotti derivati.
L’ingozzamento di oche e anatre sarebbe vietato in quasi tutti i Paesi europei, con l’eccezione di Francia, Ungheria e Bulgaria.
Tuttavia, secondo la Svizzera, infatti, un divieto di importazione rischierebbe di danneggiare il commercio con la Francia. Pertanto, il presidente svizzero Alain Berset ha dichiarato che il governo “si è opposto, si oppone e si opporrà al divieto di importazione di foie gras”. Tuttavia, da oggi, il governo ha disposto che i metodi impiegati per la sua produzione siano indicati sulla confezione. 
Dall’altra parte ci sono gli attivisti per i diritti degli animali, i quali sperano di imporre un referendum sulla questione, raccogliendo 100.000 firme entro dicembre.
Tuttavia, i deputati elvetici concordano con la Camera alta del Parlamento e con il governo che  “il divieto di importazione è la misura più radicale possibile, che è giustificata solo se non ci sono altri modi per raggiungere l’obiettivo desiderato: trasparenza sui metodi di produzione e contributo al benessere degli animali”, questo secondo quanto dichiarato da Berset.