Una singolare protesta sta coinvolgendo una categoria di poliziotti londinesi. Si tratta degli “authorised firearms officers” ovvero agenti di polizia che hanno il diritto di portare con sè un’arma da fuoco. Diversamente da come succede in Svizzera e in molti altri paesi, nel Regno Unito non tutti gli agenti hanno una pistola. Solo un poliziotto in divisa su dieci è armato. Ora circa 100 agenti su 2500 si sono rifiutati di usare le loro armi mentre sono in servizio. 

La protesta è iniziata dopo che un loro collega è stato incriminato per aver ucciso Chris Kaba, un 24enne nero, nel settembre del 2022. L’incriminazione dell’agente, il cui nome non è noto, è stata annunciata mercoledì 20 settembre. L’episodio risalente allo scorso settembre aveva coinvolto Kaba, che secondo la polizia stava guidando un veicolo collegato ad una sparatoria di qualche giorno prima, e l’agente incriminato che ha sparato al ragazzo dopo che questo si era rifiutato di consegnare l’auto. Secondo alcuni testimoni Kaba avrebbe diretto il veicolo verso gli agenti che a quel punto hanno sparato. Il 24enne era deceduto il giorno dopo all’ospedale. L’omicidio non fu che il culmine di una serie di violenze perpetuate dalla Metropolitan Police, già coinvolta negli ultimi anni in una serie di scandali legati ad episodi di razzismo e sessismo. 

Ora la protesta dei 100 agenti sta mettendo a dura prova Londra. Il ministero della Difesa ha accettato di fornire alla capitale l’aiuto dell’esercito nel caso in cui si rendesse necessario l’intervento di agenti armati per operazioni antiterrorismo. 

Intanto la ministra dell’interno Suella Braverman ha deciso di avviare una revisione delle norme sull’uso delle armi, nel tentativo di ammorbidire le regole. La sua idea tuttavia si scontra con l’opposizione che ritiene che una mossa simile possa portare ad altra violenza.