L’Islanda è da sempre una terra fortemente soggetta all’attività sismica e vulcanica in quanto si trova posizionata proprio sulla linea di congiunzione tra due placche tettoniche, quella nordamericana e quella euroasiatica. L’attività di questi ultimi giorni tuttavia ha attenzione dell’istituto meteorologico islandese con circa 800 scosse di varia entità, di cui la più forte di magnitudo 5.2 nella parte sudoccidentale dell’isola, non lontano dalla capitale Reykjavik. Allarmati dai dati sismici, le autorità hanno finora fatto evacuare circa 3000 persone dalla cittadina di Grindavík. 

A partire dal 2021 la zona è stata soggetta a diverse eruzioni vulcaniche, tra cui una nel mese di marzo del 2021, una in quello di agosto del 2022 e l’ultimo nel luglio di quest’anno. Si trattava però di eruzioni meno pericolose  e avvenute quasi sempre lontano dai centri abitati. Oggi la situazione è ben diversa: “Siamo molto preoccupati per le case e le infrastrutture della zona” ha dichiarato il responsabile della protezione civile Vidir Reynisson. 

La cittadina evacuata si trova nei pressi di una importante centrale geotermica che, se compromessa, lascerebbe senza energia e acqua circa 30mila persone della penisola di Reykjanes. Sempre nello stesso posto c’è anche la popolarissima attrazione turistica Blue Lagoon che permette di fare il bagno nelle calde acque termali. Anche questa struttura ha dovuto chiudere temporaneamente i battenti, finchè la situazione non si calma. 

L’eruzione dovrebbe avvenire nel giro di qualche giorno.