Un’importante iniziativa culturale rivolta principalmente ai giovani è in atto da soli due anni nella sede dell’ex ostello della gioventù di Càsoro, destinato ad essere ampliato e potenziato. Al centro del progetto, con la mente e con il cuore, c’è una donna, Claudia Lombardi, che vuole realizzare “il sogno della sua vita”.

In questo inizio d’estate, dopo i tristi e fastidiosi mesi del lockdown, caratterizzati dal dominio della pandemia, siamo andati a trovarla e a visitare i luoghi. In un’ampia intervista Claudia ci descrive il suo concetto e ci confida le sue speranze. 

Un’intervista di Francesco De Maria.

Dopo due anni la ripropongo. Purtroppo non sono ancora in grado di scrivere.

Francesco De Maria  Quando è nato nella sua mente questo progetto? E quando ha incominciato a realizzarlo?

Claudia Lombardi  Sono nata e cresciuta a Locarno, ma dal 2007 vivo a Carabietta e passando ogni giorno davanti a quello che tutti conoscono come La Jugi di Figino, mi sono sempre detta che sarebbe stato fantastico poter un giorno realizzare lì un centro di creazione e residenza artistica per compagnie teatrali. Nel 2017, quando i vertici della Schweizerische Stiftung für Sozialtourismus di Zurigo, proprietaria del sedime, ha annunciato la cessazione dell’attività dell’ostello, ci siamo interessati e siamo andati a visitarlo. Ma i tempi non erano ancora maturi per avviare una trattativa, cosa che invece è stata possibile fare nel mese di maggio 2018. Ad ottobre la trattativa è andata in porto e a dicembre la Fondazione vi ha trasferito i suoi uffici e iniziato l’attività in loco con la creazione di atelier temporanei per artisti di varie discipline e la realizzazione di un programma culturale incentrato sul teatro. Da lì è partito tutto.

La Fondazione porta il suo nome ed è designata “per il teatro”. Quando è stata creata? Qual è il suo scopo statutario?

La Fondazione è stata creata ad agosto 2016 per dare una forma concreta alla mia passione per il teatro che dura da oltre mezzo secolo e gli scopi statutari sono molteplici: promuovere, attraverso una serie di misure tangibili, l’arte teatrale e della recitazione in Svizzera e in Italia e contribuire alla crescita artistica di giovani professionisti.
Per poter realizzare tutti gli scopi statutari sto ora sviluppando il progetto che più mi sta a cuore: Càsoro teatro lab. È un progetto unico in Svizzera: con la ristrutturazione (inizio lavori 2021 – fine lavori 2023) dell’ex-ostello della gioventù di Lugano-Figino, sotto lo stesso tetto troveranno posto un centro di creazione e di residenza per artisti, un teatro, tre sale prove utilizzabili anche per eventi e conferenze, un bistrot con agenzia postale e un b&b con tredici camere.
Càsoro teatro lab vuole essere un progetto a beneficio della scena indipendente e delle giovani compagnie professioniste, che mira a diventare un luogo di riferimento per la nuova drammaturgia a livello nazionale e internazionale, oltre che un sito ricercato per il turismo culturale. Càsoro teatro lab rappresenta un modello di impresa socioculturale innovativo, dove il profit sosterrà il non-profit in una logica di economia circolare.

Entro fine 2023 a Figino soffierà un vento nuovo, grazie a una struttura dove ospiti dal mondo intero, abitanti del quartiere, artisti e attori potranno incontrarsi, creando così occasioni di scambio, condivisione e collaborazioni professionali o intellettuali. L’aggregazione di artisti e turisti genererà pure nuovi modi di coesione sociale utili per la crescita personale di ognuno.

Sarà anche un luogo dove condividere spazi e idee, oppure semplicemente dove concedersi una vacanza rilassante e seguire le diverse attività culturali proposte dagli artisti in residenza. Càsoro teatro lab sarà aperto durante tutto l’anno e sarà gestito dalla Fondazione che assumerà il personale qualificato necessario, creando ulteriori posti di lavoro che andranno ad aggiungersi ai 7 già esistenti».

Con quali criteri ha composto il Consiglio di fondazione?

Desideravo che il Consiglio fosse equilibrato, potesse rappresentare in modo trasversale la missione stessa della Fondazione e fosse composto da persone attive in ambito artistico e imprenditoriale. L’equilibrio è stato trovato e il consiglio sta lavorando molto bene per portare avanti il progetto e mi affianca in modo efficiente, ma anche affettuoso.

Che rapporti ha la Fondazione con i poteri pubblici?

Siamo in ottimi rapporti sia con il Comune di Lugano, in special modo con il Sindaco Marco Borradori e l’On. Roberto Badaracco, mentre a livello cantonale l’On. Manuele Bertoli è al corrente del nostro progetto e l’Ufficio Sviluppo Economico lo segue da vicino.

Bisognava trovare una sede adatta e attraente. Ha dovuto cercare a lungo? Ciò che ha trovato la soddisfa?

Dal 2017 ho visto diversi posti, che per un motivo o per l’altro non mi accontentavano al 100%, poi quando si è presentata l’occasione dell’ex-ostello di Lugano-Figino, non ho più avuto dubbi e sono ora totalmente soddisfatta.

Naturalmente bisognerà procedere a una importante ristrutturazione. Quali ne sono le tappe? Ci saranno ritardi? Che cos’avrà la rinnovata struttura in più?

Gli investimenti per la ristrutturazione sono molto importanti e naturalmente a causa del COVID-19 e delle sue conseguenze avremo circa un anno di ritardo sulla tabella di marcia. La rinnovata struttura prevede la creazione di un teatro sul retro dell’edificio principale e la ristrutturazione completa dello stesso, con la realizzazione di 2 sale prove e una zona di ristoro e studio per gli artisti e tredici camere da 1 a 4 letti, tutte con servizi privati, nonché di un bistrot con agenzia postale e un punto vendita di prodotti locali e della Fondazione. E’ un progetto unico in Svizzera che darà sicuramente grande visibilità al Ticino e darà il suo contributo allo sviluppo economico della regione.

Teatro a Càsoro: “Un alt(r)o Everest” in agenda per settembre 2020

Come reperisce i fondi necessari allo svolgimento delle attività culturali della Fondazione?

Nel 2019 è stata costituita l’Associazione Amici di Càsoro che ha lo scopo di reperire i mezzi finanziari per sostenere le attività culturali promosse e organizzazte dalla Fondazione. Grazie agli oltre 100 soci che versano la quota sociale annuale siamo in grado di far fronte al grosso delle spese. Il resto è coperto dai nostri partner e da donazioni di fondazioni erogative.

Com’è organizzato il concorso teatrale? Chi sono i partecipanti? Autori o compagnie? Quali premi vengono attribuiti?

Dal testo alla scena: allo scopo di sostenere la crescita artistica di giovani talenti, la Fondazione Claudia Lombardi per il teatro promuove, gestisce e realizza annualmente testinscena®, un concorso di testi inediti di nuova drammaturgia in lingua italiana, ricompensando la compagnia vincitrice del bando con un premio in denaro; due settimane di residenza presso Campo Teatrale Milano; un accompagnamento da parte di un professionista (tutor) per la regia o la drammaturgia durante la fase di creazione dello spettacolo fino al debutto e, con un’iniziale distribuzione (due debutti e sei repliche). Da quest’anno sono inoltre compresi 900 secondi di musica per la produzione teatrale.

Il bando testinscena® è ideato e sostenuto dalla Fondazione Claudia Lombardi per il teatro con il patrocinio di LAC Lugano Arte e Cultura; Divisione Eventi e Congressi della Città di Lugano; Hystrio, Trimestrale di arte e spettacolo; con il sostegno del Teatro Foce di Lugano, FIT Festival Internazionale del Teatro, Campo Teatrale Milano e Pastelle Media.

Giada Bianchi (a sin.) e Gianmarco Torriani

Il concorso si rivolge ai giovani? C’è un preciso limite d’età?

Ogni anno il bando si rivolge alle giovani compagnie teatrali professioniste con sede legale in Svizzera o in Lombardia, formalmente costituite, nonché alle compagnie emergenti e/o indipendenti svizzere senza limite di età, e alle compagnie lombarde, di cui tutti gli attori in scena non abbiano superato i 35 anni di età alla data del 31 dicembre dell’anno del bando.

Quest’anno com’è andata?

Quest’anno purtroppo a causa del COVID-19 non è stato possibile far disputare la finale e quindi non ci sarà un vincitore. Infatti, oltre al problema della finale, vista l’incertezza che regna nel settore dello spettacolo dal vivo, non sarebbe stato possible per la Fondazione mantenere tutti gli impegni previsti dal bando nei confronti della compagnia vincitrice, e quindi, con grande dispiacere abbiamo dovuto sospendere il concorso alle porte della finale.

Milano è importante per la vostra attività. Quali i contatti e le sinergie principali con la capitale lombarda?

Milano è importante, ma non fondamentale. Ciò che la Fondazione desidera realizzare e si adopera per farlo sin dall’inizio è creare in Ticino delle solide collaborazioni affinché realtà della Svizzera italiana possano concretizzare i loro prrogetti per la scena. Stiamo infatti lavorando molto bene con realtà importanti come il LAC, il FIT e siamo partner di Luminanza, il nuovo progetto ideato da Alan Alpenfelt per sostenere la nuova drammaturgia locale. A Milano abbiamo creato e consolidato nel tempo partenariati importanti con Campo Teatrale e ATIR Teatro Ringhiera, nonché con il trimestrale dello spettacolo Hystrio, e con altre realtrà indipendenti emergenti.

Otto il bassotto con Manuela Mollwitz
Otto il bassotto con Manuela Mollwitz

Nel corso degli anni ha recitato? Ha mai scritto un testo per il teatro? Qual è il suo dramma teatrale preferito? Quale la commedia brillante?

Ho avuto modo di recitare in diversi progetti laboratoriali sia in Ticino che a Milano e mi sono divertita molto, perché non è mai stata mia intenzione calcare le scene in modo professionale. Ho seguito corsi di scrittura per la scena per capire come “funzionano” i testi, ma non ho mai scritto nulla. In generale mi piacciono molto i drammi shakespeariani, ma anche nella drammaturgia contemporanea ci sono dei testi e degli autori molto interessanti come Fausto Paravidino, Emanuele Aldrovandi e tanti altri giovani talenti tutti da seguire come Camilla Mattiuzzo o Giulia Lombezzi che ho conosciuto grazie a testinscena.

Come l’Ostello e la Fondazione hanno vissuto il lockdown? Come trascorrevate quelle giornate di “prigionia”?

Fortunatamente il penultimo spettacolo che avevamo in programma nella nostra stagione è stato il 5 marzo ed ha potuto aver luogo regolarmente, mentre l’ultimo che era previsto il 23 aprile abbiamo potuto spostarlo al 19 settembre. Quindi in buona sostanza non abbiamo dovuto annullare nulla e gli artisti che hanno i loro atelier a Figino hanno potuto continuare le loro attività in tutta sicurezza. A partire dal 12 marzo abbiamo vissuto un periodo di lavoro ridotto e abbiamo operato ognuno da casa propria non perdendo mai la voglia e l’entusiasmo di programmare e fare progetti per la ripartenza in modo da farci trovare pronti non appena vi fossero state delle aperture possibili. E così è stato e non appena sono arrivati gli allentamenti delle misure di contenimento del COVID, siamo passati alla fase operativa di gARTen – eventi estivi nel parco, che hanno debuttato il 18 giugno. Inoltre disponendo di spazi generosi, diciamo che la “prigionia” è stata piuttosto … de luxe e non ne abbiamo sofferto troppo.

atelier

Parliamo per concludere di gARTen, la mostra di sculture estiva che è sotto i nostri occhi. Che cosa ci può dire dei 5 espositori invitati? La promozione delle arti figurative è anche uno scopo della Fondazione?

I cinque artisti sono Giada Bianchi, Manuela Mollwitz, Pascal Murer, Gianmarco Torriani e Giorgia Voneschen, che vivono e operano in Ticino, che hanno uno stile molto diverso gli uni dagli altri ma che abbiamo voluto mettere insieme per colorare e animare il nostro parco durante quella che doveva essere la nostra ultima estate a Càsoro nella sua versione attuale.

gARTen è una piccola follia che ci riempie di gioia e che ci auguriamo possa regalare un momento di spensieratezza mentre si passeggia nel nostro parco e si scoprono le opere di questi 5 artisti accomunati dalla voglia di offrire la loro arte per sostenere e dare visibilità alla Fondazione: un gesto di generosità fuori dal comune che apprezzo molto e che mi tocca il cuore.

Un’esposizione che vuole presentare alcune opere di artisti che lavorano sul nostro territorio e che vuole far piacere alle persone che verranno fin qui per scoprirla; a tutte loro vogliamo offrire un sorriso, una boccata di ossigeno e il desiderio di fermarsi un momento a godersi l’ambiente.

Siamo molto soddisfatti del risultato, in quanto le arti figurative non rientrano negli scopi statutari della Fondazione e non siamo degli specialisti in questo campo, ma ci tenevamo a realizzare questo progetto.

So che numerosi artisti hanno un atelier nelle stanze dell’ostello (ne ho visitate alcune). Chi sono e quanti sono? Sono esordienti o affermati?

A partire da dicembre 2018 abbiamo iniziato ad affittare le stanze dell’ex-ostello ad artisti, essenzialmente hobbisti, della regione e ne abbiamo ospitati fino a 40 contemporaneamente. C’è del talento, e chissà, magari un giorno scopriremo di aver avuto tra di noi un grande nome ai suoi esordi!

Ora desidero farle un augurio. Quale sarebbe per lei il più bello?

Sicuramente l’augurio più bello è quello di riuscire ad andare fino in fondo con il progetto per poter realizzare quel piccolo gioiello che consentirebbe a giovani professionisti di casa nostra di poter lavorare ed emergere per iniziare una carriera internazionale.

Esclusiva di Ticinolive

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Per tutte le informazioni sulla Fondazione, il progetto Càsoro teatro lab e il programma culturale potete consultare il sito

www.fondazioneteatro.ch

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