Oggi abbiamo invitato nel metaforico salotto buono di Ticinolive il luganese Diego Cassina, grande esperto d’arte e già direttore di Sotheby’s. Questa intervista nasce da un lungo colloquio a un tavolino del Sass Café ed è stata poi progressivamente completata e affinata. Temi: la Lugano dell’arte, delle gallerie, del Lac, dello “psicodramma del Lac”… e altro ancora!
Un’intervista di Francesco De Maria.
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2016 Che effetto le faceva sentirsi chiamare Mister X ?
Diego Cassina Mi ha molto divertito!
Qual è stata sin qui la sua carriera e qual è attualmente la sua professione?
DC A seguito dei miei studi presso la nuova accademia di belle arti a Milano (NABA) sul finire degli anni ’80 mi sono trasferito a Londra per seguire un master in arti decorative e belle arti legato al mercato dell’arte presso Sotheby’s, iniziando a lavorare subito dopo nella loro sede di Londra. Da Londra a New York , fino a quando i direttori europei di Sotheby’s mi hanno reputato adatto a dirigere la sede di Lugano, esperienza che ho portato avanti per un decennio. La mia esperienza in Guggenheim Venezia risale invece al 2000, vinsi un concorso per sviluppare un progetto/studio in ambito curatoriale.
Lei organizza mostre?
DC Di media organizzo una o due mostre all’anno nella mia casa studio, in via Curti 1 a Lugano. La project room si chiama “Primopiano”, le mostre durano generalmente due mesi. Scelto l’artista o il gruppo di lavori generalmente mi avvalgo del contributo di curatori esterni sia per allestire la mostra che per la stesura dei testi della stessa.
Lei sarebbe disponibile a entrare per “cooptazione” nel Direttivo del LAC ?
DC La cosa mi interessa, fuori da un’ottica per così dire politica. Potrei propormi come tecnico, visto e considerato che da sempre opero nel settore dell’arte.
Il Consiglio comunale ha votato (poi la procedura si è incagliata) su tre nomi: Grassi, Pesenti (proposti dal Municipio) e Giovanna Masoni. A chi vanno le Sue preferenze?
DC Giovanna Masoni è indubbiamente la candidata più qualificata, per l’enorme lavoro che ha svolto, per le sue competenze, per aver lottato per la causa del LAC sino al suo compimento.
DC Il primo contatto l’ho avuto con il Sindaco, che conosco personalmente da tempo. A seguire Galeazzi (il capogruppo UDC ) che voleva proporre un nome al di fuori della politica. Inizialmente il mio nome non fu reso pubblico, da cui deriva “Mister X”… Con quelle modalità, dopo adeguata riflessione, non mi sono sentito di aderire. Ma il LAC è una splendida realtà con possibilità di un grande futuro. Per questo motivo sarei lieto di offrire il mio contributo.
Parliamo di grandi mostre “con le file fuori”, anche Lugano ne ha avute. Ricordo ad esempio una spettacolare mostra di Bacon che riscosse enorme successo.
DC Ha buona memoria! Oggi, a distanza di anni da quell’evento, le posso garantire che mostre del genere non si possono più fare. Il sistema “arte” è totalmente mutato ed i suoi costi, specie quelli assicurativi, sono andati alle stelle. Per fare un esempio, la grande mostra di Gauguin alla Beyeler di Basilea, seppur visitatissima, si è chiusa con un deficit di parecchi milioni.
Mi sembra di sentir parlare Giancarlo Olgiati. Dice esattamente le stesse cose…
DC (sorride) Anche lui ha idee ben chiare in materia….
Parliamo dell’ala espositiva del LAC…
DC È abbastanza funzionale ma io la organizzerei diversamente.
E come?
DC Dividerei l’offerta museale per piani: all’interrato una Kunsthalle riservata ai giovani, ai livelli superiori in uno dei due piani una selezione della collezione permanente e nell’altro le mostre temporanee.
A proposito di temporanee, come giudica la mostra “Signac”, inaugurata da poco?
DC Nel complesso, di tono minore. Non un evento di grande richiamo.
Parliamo dello Spazio –1. Non fa parte del LAC tuttavia…
DC Interagisce molto bene con esso, questo anche in virtù della sua posizione privilegiata, ad un passo dal LAC. Ho molto apprezzato la nuova mostra “I Kabakov”, attualmente in corso, davvero raffinata.
Danna e Giancarlo Olgiati hanno una collezione importante?
DC Senza alcun dubbio. In particolare per quanto attiene ai Futuristi e più in generale, alle Avanguardie storiche.
Quali ne sono i pezzi più pregiati?
DC Difficile citarne solo alcuni. La collezione raccoglie capolavori che spaziano dalle avanguardie storiche – dal futurismo ai suprematisti -, a Klein, Fontana, ai poveristi tra cui Boetti, Fabro ed Anselmo per poi terminare con la generazione degli artisti contemporanei come Christopher Wool, Wade Guyton, Kelley Walker, ma ne sto tralasciando tanti altri.
Potrebbero lasciare le loro opere alla città di Lugano?
DC Sembra che questa sia la loro dichiarata intenzione. Per la Città sarebbe una acquisizione fantastica invidiata certamente da tante altre realtà museali.
Si può dire che sia rivalità tra lo Spazio -1 e il MASI ?
DC Ritengo che la collezione Olgiati vada ad arricchire il panorama culturale del cantone attirando un pubblico spesso alternativo a quello del MASI, dunque non vedo rivalità di alcun genere. In numero di visitatori non c’è dubbio che le due entità vadano a rafforzarsi vicendevolmente. I fruitori delle mostre del MASI aggiungono visitatori all’interno della collezione Olgiati cosi come accade viceversa. Da questo punto di vista vedo vantaggi per entrambe le strutture.
Il Municipio ha oggi, quale successore di Giovanna Masoni, un nuovo capodicastero per la Cultura, Roberto Badaracco.
DC Certamente una scelta saggia anche se avrei forse sostenuto l’entrata in scena di una figura più giovane e dinamica come il Vicesindaco Michele Bertini. Per mia forma mentis credo che lo scambio tra giovani e vecchie generazioni dia esiti di grande slancio e forza innovativa.
Una domanda di grande attualità. Nel Direttivo del LAC Roberto Badaracco e Giovanna Masoni potrebbero convivere senza problemi?
DC Non vedo alcun problema tra i due, entrambi colti e brillanti, considerando anche la stessa provenienza politica. Non c’è dubbio alcuno sul fatto che Masoni abbia negli anni acquisito molta più esperienza nel campo del Badaracco, ma sono comunque certo che questa auspicabile loro collaborazione potrebbe trasformare il nostro polo culturale in qualcosa di veramente importante.
Lunedì e martedì sera ho assistito dalla tribuna stampa allo psicodramma in Consiglio comunale. Lei ha certamente letto i giornali. Un Suo commento mi interessa molto.
DC No comment!
Tutti (o quasi) hanno biasimato la procedura di nomina del Direttivo (abortita) e il relativo “teatrino”. Dove si è sbagliato? Chi ha sbagliato?
DC Mi sembra che sin dall’inizio la sfida si sia giocata più su faziosità fra i vari fronti politici che non su priorità legate a fare il bene del nostro futuro culturale.
I partiti politici – come si poteva facilmente prevedere – sono sul piede di guerra. Come si potrà giungere a un accordo, dopo la rottura?
DC Mi auguro che tutte le persone coinvolte si mettano attorno ad un tavolo trattando di questi temi in modo costruttivo, scegliendo candidati con solide esperienze alle spalle al di là delle scelte politiche di ciascuno.
Lugano Arte e Cultura ha compiuto 1 anno. È poco per fare un bilancio ma tentiamolo ugualmente.
DC È stato un anno positivo. Rifletterei sulla possibilità di realizzare meno mostre per disporre di più budget per ciascuna nella prospettiva di realizzare mostre di maggior attrattività.
Come giudica il LAC da un punto di vista architettonico?
DC Considerato l’investimento economico avrei aspirato ad un progetto architettonicamente più ambizioso. Intanto c’è, a mio avviso, forte disparità tra investimenti destinati agli spazi espositivi (ca. 40 milioni ) e quelli fatti sul teatro (ca. 200 milioni). Detto questo, al di là delle scelte stilistiche (che non commento) vedo come un errore la piazza “divisa a metà” da una scala, cosi come certe ingenuità nella hall, con una minuscola caffetteria ed un bookshop totalmente a margine rispetto all’ingresso ed all’affaccio in esterno, e anche nel Museo e sul teatro avrei cose da dire, ma a questo punto dobbiamo essere positivi rispetto al futuro puntando più sui contenuti che non sul contenitore.
La fusione tra i due musei d’arte, il Cantonale e il Luganese, è cosa fatta. Come valuta questa operazione? Era opportuna? Era indispensabile?
DC La fusione era cosa da fare, come sempre l’unione fa la forza e ci auguriamo che anche in questo caso riusciremo a vedere grandi cose in futuro al LAC.
La carriera di municipale di Giovanna Masoni incomincia nel 2004 e in quel momento il direttore è Rudy Chiappini. Vogliamo ripercorrerla nei punti salienti sino al 2016, anno in cui Giovanna rinuncia a candidarsi per un quarto mandato?
DC Giovanna Masoni ha svolto il ruolo di ministra della cultura della città di Lugano con grande luciditá intellettuale. Sposo senza riserva alcuna le sue scelte forti, prima fra tutte la rottura della collaborazione con Rudy Chiappini. C’era bisogno di nuovo ossigeno, in parte dato dalla nuova direzione di Bruno Corà. Come già detto, per mia forma mentis, a dispetto dell’ineccepibile curriculum vitae di Corà avrei probabilmente sostenuto altri candidati, più giovani e grintosi che avrebbero lasciato un segno forse più indelebile sulla città.
Visto che abbiamo nominato Rudy Chiappini, che cosa ricorda della sua direzione artistica a Lugano? Furono anni positivi per le mostre e il teatro?
DC Associamo Rudy Chiappini a mostre di grande attrattiva per un grande pubblico, ma forse in pochi sanno che, dietro le quinte di una mostra come quella di Bacon citata poco fa, certamente l’esposizione più interessante sia dal punta di vista dei numeri che dal punto di vista culturale di tutta la sua gestione, c’è stato l’enorme contributo dato da Massimo Martino (grande consulente e mercante d’arte mancato da qualche anno) grazie al quale vennero messi in mostra capolavori mai esposti al pubblico appartenenti a collezioni tra le più prestigiose al mondo a cui Martino aveva accesso. Per il teatro non posso pronunciarmi visto che è un settore che non conosco sufficientemente.
Potrebbe egli legittimamente aspirare ad un posto, quale “cooptato”, nel Direttivo del LAC ?
DC Mi auguro che municipio e membri del consiglio direttivo che sono e saranno eletti ponderino bene le loro scelte per non ripetere vecchi errori, e per non farne di nuovi.
Lugano vive oggi un boom delle gallerie, che spuntano come i funghi nel bosco (e magari anche chiudono!…) Non sono troppe? C’è spazio e c’è mercato per tutte? Quante sono le gallerie veramente di alto livello?
DC Non più di tre o quattro.
Ha visitato la recentissima fiera WopArt (opere su carta)? Che giudizio ne dà?
DC Il mio giudizio è negativo. Intanto credo sia impossibile organizzare una fiera di qualche ambizione in 5 mesi. Su 40 espositori forse 10 esibivano un’offerta di qualità, soffocati dalla restante proposta basata su figuri incompetenti del settore e… nessuno ha venduto niente (o quasi). Gli espositori torneranno?
Qualche opera di particolare rilievo?
DC Un Fontana che si poteva quotare a 1.5 milioni. La galleria Tornabuoni di Firenze esponeva degli splendidi Boetti che si potevano valutare attorno ai 450 mila.
Per il Suo lavoro, Lei viaggia molto?
DC Seguo il programma delle aste e delle fiere più rilevanti a livello internazionale. Le mie mete abituali sono New York, Londra, Parigi, meno assiduamente Miami. A tal proposito, Parigi è in crisi, sia dal punto di vista turistico, che per l’arte. La gente ha paura degli attentati : -40% di presenze rispetto all’anno scorso. La recente Biennale dell’antiquariato mi dicono sia stata un vero disastro.
E su questa nota mesta la nostra chiacchierata prende fine.
Esclusiva di Ticinolive. Riproduzione permessa con citazione della fonte