Il ritratto cattura l’essenza. Ben lo sapevano Leonardo e Modigliani. Il primo rese la perfezione umana, il secondo – traendo ispirazione dai moti d’animo leonardeschi – l’anima passionale. Dal Pollaiolo al Ghirlandaio, da Piero della Francesca a Raffaello, l’arte del genere del ritratto si delinea rendendo sia l’anima che la fisionomia, attraverso i profili ieratici dei protagonisti.
Un’eredità che il XXI secolo pare aver dimenticato, ma non ovunque. Il Maestro Tong Yanrunan classe ’77, artista di fama internazionale, rende con grazia e realismo al contempo l’introspettività dell’animo, lo sguardo ineffabile e penetrante dei protagonisti scelti.
E proprio al Rivellino, fortezza progettata da Leonardo da Vinci, sede di un circolo culturale diretto da Arminio Sciolli, il Maestro Tong esibirà la propria arte del ritratto, ritraendo dal vivo alcuni personaggi scelti tra le celebrità del Festival Internazionale del Cinema che si terrà dal 2 al 12 agosto a Locarno.
Il Cinema, dal greco “immagine in movimento”, non è che una sequenza di fotogrammi. E il ritratto, una successione di pennellate, di istanti che catturano l’anima. Come nella scena de Il Ritratto di Dorian Gray in cui Basil Hallwars, pittore di tal perfezione da penetrare quasi psicologicamente nella mente del protagonista da ritrarre (Dorian, per l’appunto), sostiene di averne catturato, finalmente, la physis, ovvero la perfezione dell’Idea – platonicamente intesa – coniugabile, solo rarissimamente, con la natura del percettibile, e, in questo caso, incarnata dalla bellezza perfetta di Dorian.
La bellezza è nel realismo, e nell’anima. Il Maestro Tong lo dimostra dipingendo dal vivo, con lenta maestria, il fotogramma dell’esistenza.
Chantal Fantuzzi