Con quell’intervista a Lady Diana, il giornalista della Bbc Martin Bashir passò alla storia. Ma a 25 anni di distanza, Earl Spencer, il fratello di Lady Diana ha accusato Martin Bashir, di aver costretto la principessa del Galles a rilasciare quelle dichiarazioni sfruttando dei documenti bancari e presunte intercettazioni del suo telefono e della sua posta.
“In questo matrimonio eravamo in tre, un po’ troppo affollato…” iniziava così Lady Diana, con una frase destinata a passare alla storia, con l’allusione alla relazione del marito, il principe di Galles, con l’amante Camilla Parker-Bowles, il proprio attacco alla Corona. La principessa del Galles si prendeva la sua rivincita, arrivando a riconoscere il proprio adulterio con il capitano dell’esercito James Hewitt e soprattutto a mettere in dubbio l’idoneità di Carlo come futuro re.
Carlo e Diana erano già separati ma non ancora divorziati. L’intervista scatenò una bufera e un mese dopo la regina esigette il divorzio: la coppia divorziò ufficialmente nel 1996. Infine, il 31 agosto del 1997, si concludeva drammaticamente la favola triste della principessa che aveva voluto la libertà: Lady Diana, inseguita dai paparazzi assieme al nuovo fidanzato, Dodi al-Fayed, moriva in uno schianto nel tunnel dell’Alma, a Parigi.
Quell’intervista del 1995, seguita da 23 milioni di telespettatori e diffusa alla vigilia del compleanno del principe ereditario, lanciò il suo autore, Martin Bashir, giornalista della Bbc, alla fama mondiale.
Ad oggi, a distanza di 25 anni, la BBC ha però acconsentito a una nuova indagine indipendente per “arrivare alla verità”: c’è infatti chi, come Earl Spencer, fratello di Lady Diana e il principe William, sostengono che la principessa fu ingannata, che l’intervista le fosse stata estorta.
Secondo il fratello e il figlio di Diana, Bashir avrebbe usato false prove per dimostrare che due anziani cortigiani venivano pagati dai servizi di sicurezza per spiare la principessa, documentazione che avrebbe erroneamente indotto Earl a presentare Bashir a Diana, e oggi, lo Spencer sostiene, pentito: “se non avessi visto questa documentazione, non avrei presentato Bashir a mia sorella”, sostenendo la falsità di quelle prove. E c’è chi dice addirittura che la nota, ritrovata nei giorni scorsi, in cui Diana diceva di “esser contenta dell’intervista” sarebbe non veritiera poiché l’eternamente insoddisfatta lady non avrebbe mai asserito una frase così positivista.
Inoltre, la frase sarebbe falsa perché quell’intervista sarebbe stata all’origine del primo litigio fra Diana e il suo primogenito.
Secondo Simone Simmons, energetica confidente di Diana, la principessa avrebbe invece rimpianto di essersi confidata con Martin Bashir, perché ciò aveva provocato il primo grande litigio tra la principessa e il figlio maggiore. All’epoca della messa in onda di quest’intervista, il principe William aveva 13 anni ed “era assolutamente furioso” insiste Simone, aggiungendo che la principessa avrebbe parlato a William dell’intervista top secret soltanto quando ormai era già stata registrata.
Simmons ha rivelato: “quando l’intervista apparve su tutti i giornali, William mi ha detto che per questo era stato preso di mira a scuola. Si sentiva veramente triste per sua madre a causa di ciò che aveva vissuto, ma era infuriato con lei. La gente a scuola lo insultava. Il weekend successivo all’uscita, ebbero un grosso litigio a Kensington Palace. William era furioso e Diana era sconvolta. La principessa si trovava in uno stato d’animo terribile”.
Dopo venticinque anni, il principe avrebbe quindi fatto pressione affinché il caso fosse riaperto e affidato all’esperto e onorevole giudice di 77 anni, Lord Dyson.
Esortato da Earl e William, quindi, il direttore generale della Bbc, Tim Davie, ha deciso di fare chiarezza e di affidare la delicata indagine a Lord Dyson, uno dei più anziani giudici in pensione del Paese ed ex giudice della Corte Suprema.
Il principe futuro re d’Inghilterra, che come detto all’epoca della famigerata intervista al centro dell’indagine, aveva soltanto 13 anni, ha auspicato che “l’inchiesta permetta di stabilire la verità” e ridia dignità all’immagine della madre.
Earl Spencer ha rivelato che il giornalista Bashir, durante un incontro con lui, avrebbe fatto una serie di affermazioni false e diffamatorie sui membri più anziani della Casa reale, allo scopo di ottenere la sua fiducia, per poi accaparrarsi quella della sorella.
Bashir avrebbe detto falsità del calibro che la corrispondenza privata di Diana veniva aperta, le sue telefonate intercettate, la sua auto seguita.
Martin Bashir avrebbe inoltre cavalcato i timori della principessa, che temeva di essere spiata dal servizio informativo interno (il MI5).
Con falsi estratti conto, (che mostravano dei pagamenti di 10’500 sterline ad Alan Waller, l’ex capo della sicurezza di Charles Spencer), Bashir avrebbe sfruttato i timori della Lady.
Tutte falsità, secondo il Daily Mail, intenzionate ad accaparrarsi l’intervista-bomba con la principessa del Galles.
Earl avrebbe ad oggi stilato 32 bugie e calunnie: Bashir avrebbe falsamente affermato che le guardie del corpo complottavano contro Diana, che i suoi amici la tradivano, che Carlo e il suo segretario privato avevano organizzato “un gioco finale” e che Tiggy Legge-Bourke, la governante dei piccoli William e Harry, era un’altra amante di Carlo.
Bashir avrebbe anche raccontato che il principe Edoardo era malato di Aids. Ad oggi, Bashir, oggi 57 anni, non ha risposto a nessuna richiesta di chiarimento. Il giornalista è infatti stanco e malato, provato da quattro interventi cardiaci e da complicazioni da Covid-19, contratto nei mesi addietro.
Diverse testate britanniche (il Daily Mail, il Sun ecc…) hanno già pubblicato le fotografie del giornalista, che sembra riprendersi. Bashir, che aveva lasciato la BBC nel 2004, era poi ritornato a far parte dell’emittente televisiva nel 2016.
Il giornalista 57 enne è però noto all’interno di interviste “scottanti:” quella a Diana non fu l’unico boomerang che trasformò l’intervistato in vittima: ve ne fu un’altra, quella che Bashir, grazie al successo ottenuto con Diana, “estorse” nel 2003 da Michael Jackson. Anche per la popstar, le dichiarazioni gli si rivoltarono contro e il successo mediatico culminò nel processo per molestie sessuali.
Tom Mesereau, all’epoca difensore della popstar, ha raccontato, dalla sua casa di Los Angeles, al Daily Telegraph che “Michael Jackson fu attirato nell’intervista perché pensava che ‘se la principessa Diana si era fidata, poteva farlo anche lui”.
La BBC ha quindi elencato sul proprio sito ufficiale tutte le domande a cui Bashir dovrà rispondere e Lord Dyson dovrà chiarire.