E’ la nuova teoria sulla morte di Tutenkhamon (1341 a.C. – 1323 a.C.), faraone della XVIII dinastia egizia, formulata da scienziati britannici, secondo cui sarebbe morto, all’età di 18 anni, a seguito dello scontro con un carro.
Le opinioni sulla morte prematura di questo faraone, la cui grande fama è legata alla scoperta della sua tomba nella Valle dei Re, nel novembre 1922 a opera dell’archeologo britannico Howard Carter, non mancano. Dal ritrovamento della sua tomba, praticamente inviolata, gli studiosi non hanno mai smesso di fare supposizioni e ricerche per determinare le cause della morte.
Nel 1968, la scoperta di frammenti di osso nel cranio della mummia aveva fatto pensare a un omicidio, una tesi che scaldava gli animi già nel 1922, a causa dell’aspetto della tomba, di piccole dimensioni e con le decorazioni incomplete, come se il faraone fosse stato sepolto in tutta fretta dopo una morte improvvisa.
Nel 2010 sulla mummia erano stati trovati dei geni legati al parassita della malaria, che Tutenkhamon avrebbe contratto a seguito di una frattura alla gamba. Lo stesso anno, un esame delle ossa aveva fatto pensare a una drepanocitosi, una malattia ereditaria del sangue causata da una anomalia dell’emoglobina. Nel 2012 era stata invece evocata un’epilessia ereditaria, la stessa che avrebbe fatto perdere la ragione anche al padre e predecessore di Tutenkhamon, il faraone “eretico” Akhenaton.
Dopo aver eseguito l’autopsia di una copia virtuale della mummia, ottenuta dopo una scansione ai raggi X, l’egittologo Chris Naunton ha concluso che il faraone era morto schiacciato da un carro e che dopo la sua mummificazione aveva addirittura preso fuoco. Un carro gli avrebbe frantumato le ossa delle costole e del bacino, il che spiegherebbe la misteriosa assenza del cuore della mummia.
Messa insieme alla meno peggio e sepolta in tutta fretta, la mummia avrebbe preso fuoco spontaneamente, forse a seguito di una reazione chimica fra i componenti impiegati per l’imbalsamazione. Un fenomeno di cui il dottor Naunton ha parlato in maniera approfondita in un documentario di Channel 4.