Fonte: Eso/L. Calçada/M. Kornmesser
Fonte: Eso/L. Calçada/M. Kornmesser

2017

È una data storica quella di oggi per l’astronomia e la fisica: l’annuncio contemporaneo di tre istituzioni importantissime a livello mondiale per lo studio dell’universo ha confermato ciò che si sospettava già da qualche giorno. LIGO e VIRGO presso la National Science Foundation di Washington, l’Osservatorio Europeo Australe (ESO) da Garching e l’Agenzia Spaziale Europea da Venezia hanno rivelato al mondo una straordinaria osservazione fatta grazie alla rilevazione delle onde gravitazionali, fenomeno fisico predetto da Einstein che è valso il premio Nobel di Fisica a tre scienziati americani quest’anno.

Il segnale rilevato lo scorso agosto ha colto alla sprovvista gli astrofisici, nonostante si trattasse della quinta registrazione di un fenomeno gravitazionale. Due secondi dopo l’accaduto, due telescopi spaziali FERMI e INTEGRAL hanno registrato un lampo di raggi gamma provenienti da una distanza di 130 milioni di anni luce, dalla stessa regione del cielo da dove proveniva il segnale gravitazionale, la galassia NGC 4993, nella costellazione dell’Idra.

Questa volta, l’origine del fenomeno che abbiamo osservato è la fusione di due stelle a neutroni, oggetti di piccole dimensioni ma con una massa enorme e dunque densissime. Questo fenomeno genera quella che si chiama una chilonova, un evento esplosivo che rilascia nell’universo elementi pesanti come il platino e il tellurio.

Il direttore di Virgo, Federico Ferrini ha dichiarato al Corriera della Sera: “Il grande collasso è avvenuto abbastanza vicino a noi, a circa 130 milioni di anni luce. Ma abbiamo potuto seguire il fenomeno nelle sue ultime fasi, le cento rotazioni che hanno preceduto l’immane fusione. Ciò è di grande importanza per gli astronomi i quali possono cogliere l’evoluzione dei processi dei complessi fenomeni e la generazione di elementi pesanti nell’universo”.