V’è un nesso tra la capacità del cervello, negli individui sani, di provare istintiva repulsione verso al male e i dieci comandamenti dati da Dio a Mosè sul Monte Sinai, e si chiama SINDERESI.

La sinderesi è un concetto centrale nella filosofia e nella teologia morale che si riferisce all’inclinazione naturale dell’essere umano a conoscere e perseguire il bene, distinguendolo dal male. Essa viene ancora prima della coscienza ed è più istintiva: anche i neonati provano, infatti, repulsione verso al male e i nuovi studi in campo neurologico dimostrano che il male e la violenza creano, negli individui sani, biologiche reazioni di repulsione, stress e disagio. ( Fight or flight reaction). Questa capacità innata di discernere il bene dal male, che possiamo descrivere come una sorta di “voce interiore“, guida l’individuo nel discernimento morale e rappresenta un principio fondamentale della ragione e ci orienta verso azioni giuste. Quando questa capacità innata di discernere il bene dal male – nei soggetti malati o psicopatici -viene a mancare, il corpo non prova repulsione verso ai comportamenti perversi e la volontà viene adoperata in modo perverso.

Il termine “sinderesi” ha radici nel pensiero filosofico greco, ma è stato sviluppato e approfondito dai filosofi scolastici medievali, in particolare da San Tommaso d’Aquino. Non si tratta di un’azione concreta o di una scelta specifica, ma di una disposizione della mente che permette di riconoscere i principi morali universali, come “fare il bene ed evitare il male”. La sinderesi, dunque, svolge un ruolo importantissimo nel guidare il libero arbitrio, illuminando la coscienza e orientando la volontà umana verso scelte morali in armonia con i principi del bene. Anche un bambino piccolo che non ha ricevuto alcun tipo di istruzione religiosa o morale è capace di comprendere che picchiare una persona o il furto sono cose negative.

In un cervello sano gli stimoli negativi attivano determinate aree legate alla repulsione.

Seguendo questa capacità innata, l’essere umano può discernere correttamente tra il bene e il male, evitando così il peccato, che è l’azione contraria alla legge morale. La sinderesi ci aiuta a orientare le nostre azioni in modo tale da perseguire il bene e fuggire il male, garantendo un comportamento etico conforme alla nostra natura razionale.

San Girolamo

San Tommaso d’Aquino, nella sua “Summa Theologiae”, descrive la sinderesi come una “scintilla della coscienza”, un’inclinazione naturale della ragione verso il bene che è infallibile nei suoi giudizi sui principi morali fondamentali. Secondo San Tommaso, la sinderesi non è una facoltà separata dalla ragione, ma è parte integrante di essa, operando come una luce interna che orienta la coscienza morale. La sinderesi guida la coscienza nella sua funzione di giudicare le azioni umane, applicando i principi morali generali alle situazioni concrete della vita. Già San Girolamo aveva parlato di questa facoltà dell’intelletto umano e che si potrebbe anche definire istintiva, innata. Nelle persone sane, infatti, il disprezzo del male, della bugia, del tradimento e della violenza sono naturali e antecedenti anche alla capacità di verbalizzare i propri pensieri.

Nei soggetti malati e privi di sinderesi, invece, può succedere di provare eccitazione di fronte alla sofferenza psicologica o fisica delle persone ( sadici) e tale inclinazione al male è visionabile anche attraverso gli esami neurologici. In un soggetto perverso, infatti, di fronte a scene di violenza o di pianto si attivano le aree del cervello che normale si attivano di fronte a stimoli positivi come il cibo o altre cose belle.

San Tommaso

Purtroppo, nei casi delle devianze psicopatologiche, questa innata capacità di discernere il male dal bene non esiste o, se esiste, la pulsione fisica è così forte da far soccombere la ragione. Queste sono le tentazioni: la ragione sa che esse sono negative, eppure si sceglie comunque di dare la propria accondiscendenza al male.

Inoltre è possibile, in virtù del principio della neuroplasticità, modificare il proprio cervello ed abituarlo talmente tanto al male al punto da smarrire la capacità di sinderesi. Le waffen SS, attraverso l’allenamento, la guerra e l’istruzione alla violenza abituavano il proprio cervello al male e smarrivano la capacità di discernere il bene dal male. Dal punto di vista neurologico una persona che passa annia visionare film violenti o a praticare atti cruenti diventa neurologicamente diverso dalle persone normali e il suo cervello giunge addirittura a produrre ossitocina di fronte ad uno stimolo violento anzichè cortisolo.

La Dacrifilia è quella malattia neurologica che porta a provare piacere ed eccitazione vedendo una persona piangere: evidentemente in questi casi vi è un problema gravissimo anche a livello biologico. Le conseguenze morali a questa menomazione neurologica sono evidenti: il marito che gode nel vedere la propria moglie piangere farà di tutto per poter provare piacere nel vederla soffrire.

Nei soggetti psicopatici in genere la sinderesi è inesistente. Essi, infatti, non hanno una coscienza e non percepiscono immediatamente le loro azioni sbagliate come profondamente e intrinsecamente negative e non vi trovano naturale e istintiva repulsione. DI conseguenza lo psicopatico non ha nemmeno delle tentazioni, perchè per lui tutto è moralmente irrilevante e solo l’educazione gli fa dire ” Questo è socialmente accettato” o ” Questo non è socialmente accettato quindi è bene che non mi scoprano”.

In questi soggetti, affetti da grave turbe psichiche e incapaci di empatia, la capacità di percepire il peccato originale è scarsa pertanto sono più inclini a cascare nel grave peccato.

Nei soggetti aventi totalizzato un punteggio alto al test di Hare e quindi classificabili come psicopatici, come riporta il DSM-5, le azioni malvage in genere sono appropriazione indebita di denaro, frodi, inganni, furti, manipolazioni, adulterio, tradimento ecc. per il proprio tornaconto. Un comportamento tipico degli psicopatici con la ” dark Triad” ( Machiavellismo, narcisismo e manipolazione) è il coltivare più relazioni amorose in parallelo mentendo spudoratamente a tutti i partner e far qualsiasi cosa pur di arricchirsi. Questi comportamenti, infatti, nei soggetti psicopatici sono quasi sempre presenti e a loro non arreca nessun danno, perchè tanto non possiedono una coscienza che poi li tormenta col rimorso. Gli psicopatici, non avendo la sinderesi tanto cara a San Tommaso, quindi, non provano nemmeno senso di colpa.

Non tutte le persone aventi delle parafilie gravi sono però psicopatici sprovvisti di coscienza e capacità di sinderesi: vi possono essere, infatti, anche pedofili che sono pienamente consapevoli del male intrinseco delle loro pulsioni pertanto vivono una sofferenza grandissima con la loro coscienza. Certi criminali autori di reati contro all’integrità dei minori possiedono, a differenza degli psicopatici, la capacità di sinderesi e la coscienza, ma non hanno una volontà abbastanza forte per vivere in modo coerente con ciò che percepiscono essere il bene.

Lo psicopatico, che magari compie azioni molto meno rilevanti, come sedurre le persone per gioco o divertirsi a primeggiare in azienda anche con metodi scorretti o frodare il fisco, può essere invece incapace di discernere ontologicamente il bene dal male.

Gli psicopatici, però, sono dotati di intelletto e ragione e pur non avendo la coscienza e la capacità di sinderesi, grazie alla ragione, possono comunque capire cosa è bene e cosa è male ed astenersi, per mezzo della volontà e non solo del cuore, dal compiere azioni contrarie ai comandamenti divini.

La sinderesi è essenziale per il discernimento morale tra ciò che è bene e ciò che è male: chi ha questa facoltà annebbiata compie peccato non solo perchè sceglie il male, bensì prrchè non vi trova innata repulsione per esso. E, purtroppo, esistono anche persone che pur avendo questa facoltà scelgono deliberatamente di non ascoltarla.

Vi sono casi di psicopatici che sono in grado di coltivare più relazioni amorose in parallelo mentendo a quattro o cinque persone in contemporanea: in questo caso la capacità di sinderesi è offuscata e ciò gli rende possibile l’esistere senza sentirsi straziato dai rimorsi di coscienza.

Chi è privo di coscienza e non ha la grazia della sinderesi, non avverte le proprie azioni come profondamente repellenti e vive tranquillamente la sua vita da immoralista. La sua unica paura è essere scoperto e non il fatto di essere incline al male in sè.

Attenzione però: non tutti i soggetti afflitti da parafilie sono anche psicopatici e viceversa. In alcuni casi una persona che soffre di devianze può avere una coscienza e provare reale senso di colpa per le azioni commesse o le tentazioni a cui è soggetto. Vi sono persone con pulsioni gravi verso al male che soffrono moltissimo della loro condizione perchè sentono la coscienza sporca.

Chi invece è privo di coscienza e non ha la grazia della sinderesi, non avverte le proprie azioni come profondamente repellenti, proprio come lo psicopatico che tradisce tre o quattro donne in contemporanea.

La sinderesi, nel caso di soggetti sani e non afflitti da menomazioni spirituali e psichiatriche, è la guida innata e infallibile dell’essere umano verso il bene in quanto è la base su cui si fonda la coscienza morale e senza di essa l’uomo non sarebbe in grado di orientarsi correttamente nelle sue scelte etiche. Anche le persone non religiose la possiedono: vi sono cose, come la violenza o la menzogna, che sono intrinsecamente riconosciute come negative dagli uomini di tutte le culture.

San Tommaso d’Aquino ha sottolineato l’importanza della sinderesi come componente fondamentale della razionalità umana, che ci permette di evitare il peccato e di vivere secondo i principi del bene e la moderna neurologia ha mostrato che questo innato senso di riconoscere il bene esiste. Una persona può nutrire attrazioni sbagliate pur avendo la capacità di sinderesi e quindi rendendosi conto dell’intrinseca malvagità di queste cose.

I dieci comandamenti, infatti, nelle persone normali vengono percepiti come buoni in modo istintivo e toccano le corde più profonde del nostro sistema neurologico. Siamo tutti noi figli di Dio e in noi, quindi vi è un nocciolo di bene intoccabile e, anche nei casi peggiori di psicopatologia questo germoglio divino, per mezzo della preghiera, può emergere per indicare il bene.

dott.Ssa Liliane Tami

Gesù che lotta contro alle tentazioni. La sinderesi ci permette di capire subito cosa è bene e cosa è male