Articolo del dott. Fabio Traverso, che fu amico di Renato del Ponte
E’ con vivo piacere che annuncio l’imminente pubblicazione della mio libro “Renato Del Ponte , l’uomo e il tradizionalista” dedicato alla biografia del grande studioso delle tradizioni venuto a mancare nel febbraio del 2023.
Una parte cospicua dell’opera è dedicata ai rapporti tra Del Ponte e Julius Evola , il famoso pensatore di cui il Del Ponte fu discepolo e studioso.
Aldilà del celebre (e controverso) episodio dello spargimento delle ceneri di Evola nel ghiacciaio del Lyskamm il Del Ponte , come creatore alla fine degli anni 60 del secolo scorso dei “Centri Studi Evoliani” , contribuì alla diffusione del pensiero di Evola (allora circoscritto a poche, limitate opere) in Italia e all’estero (persino nei paesi allora oltrecortina), un contributo che ancor oggi il mondo della cultura stenta a riconoscere compiutamente.
Affermare che , nel rapporto tra Del Ponte e Evola, l’allievo superò il maestro è un’affermazione che, sicuramente, Del Ponte non avrebbe sottoscritto.
Tuttavia non pochi tra gli studiosi di storia delle religioni riconoscono che, nell’ambito degli studi sulla religione romana, il Del Ponte pervenne ad una conoscenza del thema tractandum più profonda di quella di Evola, le cui vedute sul tema risentono eccessivamente dello stereotipo anti-etrusco della storiografia dell’epoca, contrapponendo troppo manicheisticamente la civiltà nordica-olimpica romana a quella mediterraneo-tellurica etrusca.
Vedute che il Del Ponte della maturità contribuirà a rettificare , dando il giusto peso agli studi dello studioso svizzero Bachofen e al ruolo della donna nel mondo romano.
Ancora Evola non ritenne mai che la religione romana potesse rappresentare un’idea -forza valida anche per il mondo contemporaneo: nell’unica opera in cui sfiora l’argomento , il controverso “imperialismo pagano” del 1928 , la pars destruens, ovvero un’anticristianesimo spesso debitore del peggior Nietszche, prevale nettamente sulla pars construens, ovvero sulla possibilità di una rinascita nel xx secolo degli antichi culti.
Questa possibilità ispirerà invece l’impresa più ardita del Del Ponte ovvero la creazione del Movimento Tradizionalista Romano con il quale si propone di reintrodurre in Italia un “Culto Pubblico degli Dei” che conviva pacificamente, in un quadro di libertà religiosa, con le altre confessioni religiose compresa naturalmente la religione cattolica ormai divenuta religione autoctona del popolo.
Sulle vicende del MTR mi soffermo nella seconda parte della biografia.
In quest’ottica nelle opere della maturità di Renato Del Ponte alla figura dell’Evola si affiancherà sempre più spesso , come fonte di ispirazione , quella di un altro grande pensatore italiano, il pitagorico e massone Arturo Reghini il quale fu dapprima sodale e poi avversario di Evola.
Rivalutando la figura di Reghini Del Ponte superò non soltanto Evola ma anche se stesso , dal momento che nei suoi studi giovanili manifestò una fiera opposizione nei confronti della massoneria considerata un’istituzione degenerata e sovversiva.
L’onestà e il coraggio intellettuale, la capacità di andare oltre le sue stesse posizioni non mancarono del resto mai al professor Del Ponte rendendo la sua statura di uomo pari a quella di studioso.
(Fabio Traverso)