“La nudità e la spada”: il travaglio di uno scrittore cattolico

Nell’ambito della letteratura cosiddetta ucronica “La nudità e la spada” di Ferruccio Parazzoli si distingue per la modernità dei temi trattati e per la forte carica profetica.

Scritto nel 1990 ed ambientato nel 1994 (con una propaggine nel 2015) il romanzo descrive un’Italia caratterizzata da una persecuzione anti-cattolica (dapprima strisciante e poi vieppiù palese) dalle caratteristiche simili a quella attuata nei confronti degli ebrei con le leggi razziali fasciste (i cattolici sono costretti a denunciare pubblicamente la propria fede ottenendo un tesserino che li discrimina nello svolgimento di determinate attività).

Motivazione ufficiale di tale persecuzione risulta l’opposizione delle gerarchie ecclesiastiche all’utilizzo del preservativo che a giudizio delle autorità civili aggraverebbe la diffusione dell’AIDS nella popolazione.

E’ palese però il carattere pretestuoso di questa motivazione laddove i veri motivi sono piuttosto ascrivibili nell’ostilità del potere laicista-liberale-azionista a guida della politica italiana (e che aveva un formidabile alleato mediatico in quel giornale-partito che fu in quegli anni “La Repubblica” diretta da Eugenio Scalfari) nei confronti delle posizioni sociali della Chiesa e del suo braccio secolare, la Comunione e Liberazione guidata da don Giussani.

Queste vicende sono lette attraverso l’esperienza e le vicissitudini personali  del protagonista ed alter ego dell’autore, il docente universitario di storia del cristianesimo Tommaso Vegas che , vistasi abolire la cattedra, è costretto ad accettare presso una casa editrice un impiego da poco più che correttore di bozze.

Il carattere profetico del romanzo appare evidente anche al meno accorto dei lettori in paragone con quanto accaduto in occasione dell’epidemia COVID 19 quanto anche in questo caso con pretesti di carattere igienico sanitario (quasi che lo “scambiarsi un segno di pace” potesse avere ripercussioni così sinistre e significative sull’aggravamento della pandemia) è stata attuata un’inedita (ed illegittima) politica giurisdizionalista di regolamentazione da parte dello stato delle prerogative delle confessioni religiose.

A differenza rispetto al romanzo non vi fu però alcuna protesta, nemmeno timida, da parte della Chiesa cattolica nei confronti di questa invasione di campo , Dio si è supinamente accodato a Cesare, pertanto non vi è stata nemmeno la necessità di varare persecuzioni o provvedimenti restrittivi come quelli descritti dal Parazzoli .

La Chiesa di Francesco si presenta ormai del tutto secolarizzata e caratterizzata dal continuo invito ai fedeli ad obbedire a Cesare, soprattutto quando quest’ultimo è rappresentato da autorità apolidi e sovranazionali, che in italia all’epoca della pandemia erano rappresentati da quel Mario Draghi erede dei palazzi di potere descritti nel romanzo di Parazzoli.

Ferruccio Parazzoli

Conscio di questa secolarizzazione lo stesso Parazzoli ha assunto, negli anni a seguire la pubblicazione de “la nudità e la spada”, posizioni sempre più affini al panteismo classico, denunciando , come nel titolo di un suo saggio , “l’eclisse del Dio unico” : ciò appare comprensibile: se la Chiesa è un’istituzione secolare, se il pontefice stesso rigetta il concetto di inferno (rimandiamo a quest’ultimo aspetto all’eccellente “la fine del cristianesimo” di Diego Fusaro), se la sopravvivenza fisica appare, per gli stessi fedeli e le gerarchie clericali, così importante da obliare il significato del martirio, allora non resta che aver fiducia nel “deus sive natura” di Spinoza.

Non siamo così sicuri tuttavia che il venire meno del senso della trascendenza rappresenti, per la civiltà occidentale, un fatto da considerare con ottimismo , chè l’occidente nasce proprio per anelare a qualcosa di “radicalmente altro” oltre la propria sopravvivenza fisica.

Ferruccio Parazzoli è della classe 1935, si avvia pertanto a raggiungere (ci si augura nelle migliori condizioni di salute) il traguardo dei novant’anni di vita mondana, sarebbe interessante interpellarlo chiedendogli  una disanima retrospettiva delle profezie de “la nudità e la spada” alla luce di quanto occorso nella società e nel mondo cattolico.

Fabio Traverso