di Francesco Pontelli – Politica – 19 Agosto 2024 – il Nuovo giornale nazionale

Correva l’anno 2024, molti decenni dopo la creazione dello stato italiano, e la CGIA di Mestre certificò come la dispersione idrica all’interno del sistema nel Veneto, risultasse di 42,2 litri ogni 100 immessi nella rete dell’acqua potabile.

Quindi, la stessa regione Veneta, che intende ergersi a modello di efficienza e conseguentemente ad un preciso mandato elettorale con l’esito del referendum del 2017, non investe da decenni alcuna risorsa economica né professionale nel sistema idrico regionale. 

Una scelta motivata, ma non certo giustificabile, dal fatto che investire in infrastrutture (non esposte mediaticamente ) di questo genere non assicura quella ritorno di immagine e di consenso elettorale della quale la politica stessa si nutre.

Decisamente piu ” appagante “in termini di ritorno di immagine destinare risorse pubbliche alla realizzazione della Pedemontana e della pista di Bob a Cortina d’Ampezzo : ammesso e non concesso che il ritorno complessivo risulti positivo. 

In altre parole, le priorità della Regione Veneto si dimostrano esattamente uguali a quelle del sistema politico nazionale, nel cui circuito finanziario a sostegno della spesa pubblica vengono immesse sempre nuove risorse finanziarie.

Ed anche in questo caso l’esito finale determina, non un aumento dei servizi resi alla cittadinanza, ma semplicemente viene accresciuta la dispersione finanziaria ed economica, esattamente come per il “modello idrico” adottato dalla Regione Veneto.

Il tutto in un contesto problematico nel quale il sistema industriale registra la diciassettesima (17) diminuzione della produzione industriale consecutiva, ma contemporaneamente lo stato incassa un aumento dei tributi del  + 9,9% (espressione  della nefasta sintesi generata dal Fiscal Drag e dalla abolizione degli sconti fiscali), ma contro ogni logica economica  il debito pubblico corre verso i tremila (3000 ) miliardi, e con i tassi attuali si aggireranno presto a cento (100 ) i miliardi necessari a sostegno dei costi al  servizio del  debito.

Di fronte a questa ”  negligenza politica”  la quale non investe in infrastrutture idriche come la regione Veneto, oppure a livello nazionale non riduce le “dispersioni finanziarie” complessive, la cui conseguenza è il posizionamento della spesa pubblica italiana al 123° posto in rapporto alla sua efficienza, risulta inevitabile come il debito sia destinato ad aumentare nonostante l’aumento delle risorse fiscali a causa dell’esplosione della spesa pubblica,  i cui benefici per gli utenti risultano oggi come in futuro sostanzialmente inferiori rispetto all’impegno finanziario richiesto. 

La parabola del Vangelo della Repubblica Italiana rimane invariato da oltre trent’anni, e prevede come sempre un aumento della pressione fiscale ed ad una esplosione del debito.

Entrambi causati dalla inefficienza della spesa pubblica ormai diventata il vero strumento di potere in Italia che dimostra la totale irresponsabilità della classe politica italiana.

Quindi, risulta assolutamente opportuno abbandonare ogni speranza in relazione ad una diminuzione della pressione fiscale il cui raggiungimento prevede una ottimizzazione della spesa pubblica. 

Lo conferma la stessa parabola del Vangelo  della Repubblica Italiana.