Canta con voce solida e graffiante, cantautrice e cantante, Sofia Malpeli, 32 anni, in arte Cherrylli, si esibisce la sera tra feste e locali e adesso esce con il suo nuovo album Nuova Condizione, nel quale brani dalle diverse tonalità si intrecciano tra loro. Allo sportello dei cuori smarriti” ad esempio, parla di prendere e perdere, combattere e ribellarsi, cantata con una voce forte e potente, è un inno alla lotta (se combatto ancora è solo per tonare ad amare); perché alla lotta per lamore e per la vita, sembra sempre inneggiare Sofia-Cherrylli, che oggi si racconta a Ticinolive. 

Come nasce la tua passione per la musica? 

Non saprei dire come o quando è nata, la mia passione per la musica. Da quando mi ricordo mi sono sempre circondata di musica e canzoni. L’ho sempre vissuta come la colonna sonora della mia vita. Mi ha accompagnato lungo tutte mie esperienze, mi ha consolato quando ne avevo bisogno, è stato l’abbraccio che mi ha lasciato lo spazio dove piangere quando ero triste, o la carica la mattine che non volevo alzarmi dal letto, oppure il suono che accompagnava le mie storie d’amore giovanili, vere o platoniche che fossero, ha caricato e accolto la mia rabbia, le mie paure. Fondamentalmente è la mia più vecchia amica. 

Quando è stata la tua prima esibizione? 

La mia prima volta che ho suonato davanti a qualcuno è stato per il compleanno di mio nonno Renato. Ero terrorizzata, come in fondo lo sono quasi tutte le volte, ma lo sguardo di mio nonno quando alla fine mi ha ringraziato stringendo le mie mani fra le sue, è uno dei ricordi più belli e indelebili della mia vita. Nonno Renato non era un chiacchierone, assomigliava molto al nonno di Heidi, un uomo dal carattere riservato che rispecchiava i silenzi della montagna dove era nato e cresciuto, ma nonostante il nostro rapporto fosse fatto di silenzi perlopiù, ho sempre sentito una forte connessione con lui e un amore smisurato per quel vecchio burbero con cui facevo passeggiate da casa al fiume ogni volta che andavo a casa sua.

In quella circostanza, lui non stava già più molto bene, e quando è salito in macchina per tornare a casa con la zia e l’ho salutato lui mi ha preso le mani e per la prima volta ho visto un sorriso commosso nei suoi occhi mentre mi diceva “Grazie”. Lo ricordo come fosse oggi.

Dal 2020 collabori con Dici, che scrive i testi delle tue canzoni. Com’è nata questa collaborazione? 

abbiamo conosciuto questo interessante autore direttamente nel mio studio di registrazione quando lui stava incidendo un suo progetto assieme alla band emiliana Scala H ; l’ultima canzone del loro album , intitolata ” Qua a Modena ” , presentava l’esigenza di un duetto e pertanto, in assenza di alternative immediate, mi sono prestata  di buon grado a interpretarla , dopo di che ci siamo subito trovati in sintonia su parole e musica e idee e quasi per gioco ho chiesto a Dario di comporre i testi del lavoro a cui stavo pensando per me: ne sono uscite 11 tracce più la mia Navy ed in pochi mesi di intendo scambio artistico

Già nel primo album Nomi, c’è una traccia scritta da te, Navy. Cos’è che ti ispira nel comporre? 

Come ho detto prima, la musica è la colonna sonora della mia vita, forse una visione leggermente egocentrica, ma non si dice che bisogna essere protagonisti della propria vita? Comunque, tralasciando le citazioni, quello che intendo è che la musica per me è una forma di autobiografia, non sempre viaggia su storie realmente accadute, ma anche su sogni, immagini, storie che ho raccontato perché ho vissuto in prima persona o attraverso l’immaginazione o l’empatia verso qualcosa che mi è stato raccontato. Navy in particolare parla di una storia personale, un rapporto finito perché non aveva futuro, ma non per questo da buttare. Nella mia visione della vita ogni esperienza ti insegna qualcosa, porta un cambiamento dentro di te che, se accogli, si accompagna ad una nuova fioritura, una metamorfosi, o ad una scoperta e maggiore consapevolezza di sé. Perciò ogni nuovo viaggio intrapreso nel proprio percorso è qualcosa di magico.

Nel tuo studio di registrazione, lavori alla struttura del pezzo e della melodia vocale assieme a tuo marito. Com’è lavorare in famiglia?

Per me è bello, ma devi chiedere a lui come la vive!!!! Il mio carattere non è dei più facili da gestire. Ma ormai sono 12 anni che mi sopporta perciò credo che se ne sia fatto una ragione!

Vi definite una famiglia di musicisti? 

Siamo una famiglia di artisti, mettiamola così. Sempre che gli artisti rispondano ancora allo stereotipo di personaggi particolari! 

La musica è tutta la tua vita? 

No. La musica è una mia grande amica, ma non mi piace limitare il piacere ad una sola cosa, perciò prendo tutto quello che la vita mi concede e che mi ha già concesso, e cerco di godermelo tutto. Ho una famiglia stupenda, sia quella di origine, sia quella acquisita e sicuramente quella che ho costruito con Cristian e le mie due ragazze. Amo il teatro, dipingere, suonare, stuccare, avvitare… come dicevo prima ci sono troppe esperienze belle, proprio nella semplicità dell’esistenza, che sarebbe un peccato non viverle.

Ora è uscito il tuo nuovo album, Nuova Condizione. C’è una canzone, all’interno, che prende o dà il titolo alla raccolta… Di che cosa parla? 

La canzone racchiude ed anticipa altre storie presenti nell’album e pertanto mi è sembrato opportuno usarla come titolo del lavoro ; alcuni personaggi presenti all’interno dell’album e  te ne cito almeno tre : il Paolo di ” Fratello Argento“, l’ex calciatore travolto dallo scandalo del calcio scommesse di ” Centravanti” e la ragazza sognante ed in fuga di ” Piccola barca ” , se leggi bene tra i testi, sono tutti infatti alla ricerca della loro” Nuova Condizione “, vale a dire di rompere con vite apparentemente appaganti e status di successo per fare scelte più radicali, non necessariamente tranquillizzanti, ma certamente di rottura; perché appunto ” buca il sole col suo raggio..il mare delle nuvole” , ad ogni rottura col passato da qualche parte segue uno spiraglio luce. 

In  ”Centravanti” o in “Prendi in faccia il Mare” (e guardo il cielo perché è bello tornare ad ascoltarsi / tu lascia fare non ti può far male”.) sembri consigliare di lottare sempre, col sorriso. È così?

Sì, in entrambi i testi che ora mi citi, ma il discorso potrebbe estendersi a tutte e 13 le tracce, partono da una introspezione per poi arrivare a un esito esteriorizzato in forma musicale , con melodie in maggiore e quindi in tonalità di apertura e stacco rispetto ai dubbi e ai ripensamenti  propri delle strofe ; ” centravanti ” è la storia vera di chi era al centro della ribalta dell’Italia del pallone ma tristemente si è messo ai margini da solo trovando poi la forza di raccontarsi attraverso libri ed interviste , scelta sicuramente auto isolante e devastante ; ” E prendi in faccia il mare” è invece una storia senza nome e cognome ma una sorte di sberleffo al mondo odierno fatto di cautele eccessive e di tutela spasmodica dei diritti, tutto ciò diventa una gabbia soffocante che ad ogni passo ci impedisce di vivere pienamente emozioni e relazioni , così come invece i nostri nonni e zii, quelli delle interminabili partite a carte nelle estati al mare , ci consigliavano di fare quando tenendoci per mano ci facevano sfidare le prime volte le onde del mare ! che..” alla fine è solo acqua a sale “

Gocce di pioggia” raggiunge tocchi davvero profondi (“io che ti chiamo / tu non rispondi / il tempo è passato […] Tu che mi chiami / io non rispondo / il tempo è finito in un abbraccio profondo, in un dolore profondo […] tu che mi chiami / io che rispondo / e mi riprendo il mio mondo / due gocce di pioggia sono cadute su questa città / hanno spazzato via quel bisogno d’amore che era in noi) racconta, forse, la fine di una relazione? 

grazie per aver citato strofa e ritornello! No, Gocce di questa pioggia non parla di una relazione finita ma esattamente come sopra , dell’acqua , del mare o dal cielo, come elemento purificante e di svolta, elemento che lava via le incrostazioni pregresse ed ataviche, regalateci dalla società e dalle sue aspettative ed i suoi triti e ripetuti clichè: ce se ne può accorgere, così, all’improvviso , sorpresi durante un pomeriggio estivo dall’improvviso scrosciare di un temporale inaspettato? io credo proprio di sì ..” E tu “? 

Veniamo poi a Fratello Argentodal ritmo più lento, dal sound più triste e introspettivo: è forse un inno alle scelte che, volute o imposte, tutti noi dobbiamo fare?

Come vedi , il mare , questo grande fratello argento , sempre al centro dei pensieri in questo album!

Paolo aveva una madre che lo amava alla follia e lo sognava giovane uomo di successo, magari seduto in un bello studio di architetto in centro a Milano partendo da un quartiere difficile

ma ..era davvero questa la sua felicità? il suo peregrinare emotivo, accostato dalla ragazza di turno che ne capisce la vera aspirazione,  accettando di fare il cameriere in Monaco di  Baviera per poi diventare un navigatore solitario nel Tirreno, un velista alla deriva dei sentimenti, non delude la madre che alla fine riesce a capirlo e perdonarlo e ad accettare la sua ” nuova condizione “! 

Come definiresti il tuo stile? 

Poliedrico, perché mi piace spaziare tra i vari generi musicali, e scoprire cose sempre nuove.

In questo io e Dici ci siamo riconosciuti!

C’è un artista in particolare a cui ti ispiri? 

Non c’è un artista in particolare a cui mi ispiro, direi che è più un misto di tutta la musica che ho amato da quando ero piccola fino ad ora. Nel disco infatti si può sentire l’influenza di vari artisti e diversi generi musicali. 

Cosa pensi della musica che va di moda oggi? Come siamo passati da De Andrè a Fedez?

Penso che la musica in generale si adatti alle generazioni che la vivono e la suonano, perciò al tempo dei social media e della comunicazione veloce e libera in ogni sua forma, che sia buona, fake o addirittura crudele in certi casi, credo che ogni forma d’arte si sia plasmata a forma di questa società smart, dai contenuti semplici e diretti, come piccoli slot pubblicitari.

La musica può avere un ruolo educativo? 

La musica può certamente avere un ruolo educativo, la semplicità con cui arriva ad ognuno di noi la rende un’importante mezzo di apprendimento e comunicazione.

Quali sono i tuoi prossimi progetti, in ambito musicale? 

Adesso ci stiamo preparando per la realizzazione di un nuovo videoclip che speriamo uscirà a breve e che possa piacere quanto quelli passati. Vi anticipo in esclusiva che la Maschera protagonista di ogni video, cambierà aspetto in modo inaspettato!

Qui il canale Youtube di Cherrilly e Dici.