A St. Albans, oggi contea di Londra ad appena trenta minuti dalla capitale, ogni pietra parla. E lo si può dire soprattutto nel 1930 quando il dottor Kathleen Kenyon scoprì il teatro romano nella parte bassa della città. Risale al 140DC, ma funzionò pienamente sino al 390 DC, quando Onorio ritirò le Legioni e le Aquile abbandonarono la Britannia.  Fu così che nel secolo scorso si comprese appieno l’importanza di due città in una: nella parte bassa, sulle rive del Tamigi, sorgeva una magnifica città, con tanto di mura e templi, nonché il famoso divertissement mediterraneo, il teatro, per l’appunto, teatro di pieces, ma anche di esecuzioni e di gladiatori. Vennero rinvenute allora ricche sepolture in curiosi sarcofagi di marmo (una novità per i romani, che di solito cremavano), nonché anelli e bronzee statuette. Lungo la strada che si inerpicava sulle colline allora deserte, vennero rinvenute sepolture senza sarcofagi: si trattava della fossa comune.

Sulla parte bassa (oggi un verde, vastissimo parco archeologico) sorgeva la città di Verulamium. St Albans sorse sulla collina, sulla quale s’intravede la torre originale normanna del IX sec.

Poi, il primo martire cristiano: Albanus, un soldato romano che diede ospitalità a un sacerdote perseguitato, Amphibalus. Vennero entrambi decapitati e Albanus divenne santo, il primo santo e martire dell’Isola celtica: St Albans, per l’appunto.

Le mura romane

La parte bassa fu abbandonata, e sulla collina più alta venne costruita una cappella, prima dai celti convertiti, poi ricostruita dai normanni sotto l’arguto sguardo dell’abate Paul de Caen che in Normandia studiò le vetrate di Notre dame, prendendone ispirazione per la splendida abbazia inglese.

Venne l’epoca moderna e con essa le sue distruttive guerre: due importanti battaglie nel corso della sanguinosa Guerra delle due Rose, furono combattute a St Albans, nel 1455 e nel 1461, vinte rispettivamente dagli York e dai Lancaster, anche se, sappiamo, la Guerra si concluderà con il compromesso e la salita al trono di Enrico VII Tudor, che “inglobava” entrambe le dinastie. 

Fu il successore di questi, il terribile Enrico VIII ad ordinare, in seguito allo scisma anglicano, la distruzione delle più belle Abbazie medioevali inglesi. Glastonbury, Whitby, Rivaleux. Tra queste vi fu St Albans, che fu quasi rasa al suolo.

Risorse, unica tra tutte le sue consorelle, grazie alo spirito di tre intraprendenti uomini vittoriani, che decisero di restaurarla. Il più famoso tra essi fu Sir Ghrinthorpe, che aggiunse controversi ritocchi neogotici, forze forzosi, ma splendidi.

Il teatro romano di Verulamium

Il restauro vittoriano ridiede vita così all’Abbazia che oggi è la cattedrale della cittadina: vitale, ospita devoti dei tre credo cristiani, cattolici, ortodossi e protestanti; nonché concerti d’organo e varie iniziative. Ai suoi lati, nascoste tra le fronde, sorgono tombe con croci latine o celtiche. Un viale le percorre. Su quel viale i bambini corrono, giocosi.