In un vicolo cieco a Cielo Drive, a ovest di Hollywood e tra le montagne di Santa Monica su Beverly Hills e Bel Air, sorge una villa privata in stile francese. Camini in pietra, soffitti luminosi, un soppalco sopra il soggiorno, una piscina e una dépendance, gli ospiti avevano qualunque cosa si potesse sognare, tra i nomi illustri anche Henry Fonda.
Nel 1969 il regista Roman Polanski e la giovane moglie Sharon Tate, di 26 anni e prossima al parto, presero in affitto la villa, assieme Wojciech Frykowski, amico polacco del regista, Abigail Folder, sua fidanzata, Jay Sebring, parrucchiere e il giovane venditore a porta a porta diciottenne Steven Parent.
In una prigione a McNeil island, nello stato federale di Washington, è internato un giovane malvivente. Figlio di una prostituta più volte incarcerata che lo ha partorito a 16 anni, dopo diverse incarcerazioni per furti d’auto, incriminato per trasporto di prostitute da uno stato all’altro, Charles Manson studia in carcere magia nera ed esoterismo. Ossessivamente, compone canzoni.
Uscito dal carcere nel ’67, diventa un musicista hippy carismatico e affermato, seguito da intime amiche quali Mary Brunner, Lynette “Squaky” Fromme, Patricia Krenwinkel e Susan Atkins, nonché Sandra Good e Leslie VanHoiten. Con Bruce Davies e Bobby Beausoleil, vagano in zone isolate della California e del Messico, per poi stabilirsi a Los Angeles. Ecco nascere The Manson Family: un gruppo fanatico, satanico, che disprezza i neri. La guerra tra i bianchi e i neri, profetizzata da Manson, prevede che i prescelti della Family prendano il comando. Rapine, sesso rituale e di gruppo, hashish.
Nel frattempo, la produttrice musicale Doris Day, dopo aver apprezzato le canzoni di Charles Manson, le rifiuta, non accettandole per la Columbia Records. Il figlio di Doris, Melcher, per qualche tempo aveva avuto in proprietà la villa di Cielo Drive, che tuttavia non era più sua, poiché era abitata da Roman Polanskij e Sharon Tate.
Manson si reca alla villa ed ha un diverbio con Doris Day, ma un custode, amico di Sharon Tate, lo allontana.
Manson non si dà per vinto: ordina ai suoi adepti una strage. La strage di Cielo Drive.
La notte del 9 agosto di 50 anni fa, mentre Linda Kasabian copre loro le spalle, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel, coordinate da Charles Tex Wason, entrano nella recinzione della villa, dopo aver tagliato i fili del telefono per impedire qualsiasi allarme. Sono armati di un revolver, coltelli, e una corda di nylon.
Steven Parent, un giovane 18enne, ha appena portato le provviste alla giovane Sharon, e sta uscendo dalla villa in macchina. Tex Wason lo fredda a colpi di rivoltella.
Penetrati che furono i killer in casa, non ci furono sopravvissuti. In quei giorni Roman Polanski si trovava a Londra.
Gli altri vennero accoltellati, freddati, massacrati. Con uno straccio intriso del sangue di Sharon Tate, la Atkins scrisse sulla porta d’ingresso “Pigs”, maiali, insulto forse rivolto ai poliziotti e, “Jleter Skelter” ovvero “alla rinfusa” cioè “fine del mondo”. Erano le teorie apocalittiche di Manson, la fine del mondo.
Il giorno seguente, a colpi di forchette alla testa e al ventre, furono uccisi anche due coniugi Leno LaBianca e la moglie Rosmary. le stesse parole della strage furono scritte sulle pareti della casa dei coniugi.
Poi vennero accoltellati un insegnante di musica, Gary Hinman e Donald Shea, fatti a pezzi e seppelliti in un torrente. Forse avevano visto troppo.
Fu un giudice di origine italiana, Vincent Bugliosi, a trovare le prove del delitto che sconvolse l’America, provando la colpevolezza di Manson e della sua Famiglia. E testimone chiave fu Linda Kasabian, la ragazza che faceva “da palo”, che conessò, pentita.
Il processo, uno dei più lunghi nella storia egli Stati Uniti, si concluse con la condanna a morte nel 1971 di tutti gli imputati. Seguì a commutazione in ergastolo, nel 1972.