Nel giorno dell’Ascensione, che nel 1478 cadeva il 26 aprile, durante la messa a Santa Maria del Fiore, Giuliano de Medici cadeva sotto i colpi di Bandini e di Pazzi, morendo a ventiquattro anni. Dietro la congiura, un motivo economico: I Pazzi, ricchi banchieri di Firenze, si erano sostituiti ai loro omologhi concittadini, i Medici, nel rifornire Papa Sisto IV, in seguito alla guerra di Volterra. In loro, il Papa aveva trovato un alleato; in essi i Medici avevano trovato un nemico, deciso a distruggerli. Così però non fu, nonostante il “martirio” del fratello minore di Lorenzo, Giuliano. Ricostruiamo assieme quei drammatici momenti.
Il 26 aprile del 1478, nella Chiesa di Santa Maria del Fiore, Giuliano non si presentò alla Messa. Franceschino Pazzi e Bernardo Bandini, allora, lo andarono a prelevare al Palazzo. Dopo le prime ritrosie, Giuliano acconsentì. Non si sottrasse agli abbracci di coloro di cui non dubitava, senza sapere che Pazzi e Bandini lo avevano abbracciato per accertarsi che non avesse armi. Trillò la campanella, l’ostia fu elevata. Un grido. Giuliano stramazzò sotto l’altare. Ad accoltellarlo, era stato Bandini. Gli si sostituì Franceschino, che continuò a colpire il cadavere di Giuliano fino a ferirsi, nella foga dei fendenti. Mentre tutta la gente, in preda al panico, si riversava sul sagrato, Bandini si scagliò contro Lorenzo. Il suo colpo centrò il petto di Francesco Nori, che aveva fatto scudo al suo padrone, immolandosi per lui. Lorenzo si barricò nella sagrestia, ferito tra collo e spalla. Antonio Ridolfi, come racconta il Poliziano, gli succhiò il sangue dalla ferita: se il pugnale fosse stato avvelenato, l’amico sarebbe morto per il suo signore.
Daniel Sharman e Bradley James interpretano Lorenzo e Giuliano de Medici nella Fiction “I Medici” serie 2 e 3 della BBC.
Salviati corse al Palazzo di Giustizia e chiese di essere ricevuto dal gonfaloniere Cesare Petrucci. Costui annusò l’agitazione e chiamò le guardie. L’arcivescovo tentò allora la fuga, seguito dal gonfaloniere, ma tra i due, minaccioso, s’infrappose Jacopo Bracciolini. Petrucci lottò con questi, e lo stese. Anche Salviati fu incarcerato. Mentre fuori Jacopo Pazzi e un centinaio di persone gridavano alla rivolta, la gente urlava il proprio dolore per l’assassinio dell’amato Giuliano per poi esplodere in un giubilo rasserenato, nel vedere il Lorenzo vivo. Firenze era coi Medici. Per primo, fu impiccato a una finestra di Palazzo Vecchio, Jacopo Bracciolini. Poi, uno dopo l’altro, i fiorentini videro pendere i corpi di Jacopo e Franceschino Pazzi, di Jacopo e Francesco Salviati (l’arcivescovo fu impiccato con la veste talare e addentò, negli ultimi spasmi, il corpo di Franceschino che pendeva accanto a lui) e di tutti gli implicati nella congiura. Renato Pazzi, che non aveva accettato di partecipare alla congiura ma l’aveva taciuta, fu impiccato, Montesecco fu decapitato, Maffei e Bagnone mutilati e uccisi dal popolo inferocito. Bernardo Bandini – l’esecutore materiale dell’omicidio – fuggì a Costantinopoli, ma un anno dopo il Sultano lo consegnò alla città di Firenze, dove fu impiccato con addosso ancora il travestimento da turco. Tutti gli impiccati sarebbero stati ritratti da pittori quali Andrea del Castagno, Botticelli e Leonardo da Vinci. Un’ombra aveva oscurato per sempre le arance e i petali del giglio si erano tinti di sangue.
Bonhams immagina così la presentazione di Simonetta Vespucci a Botticelli, da parte di Giuliano e Lorenzo de Medici
Giuliano era stato assassinato a ventiquattro anni. In vita, aveva amato la coetanea Simonetta Cattaneo, sposata a Marco Vespucci, morta di tisi due anni prima di lui. L’amore e la morte dei due giovani amanti, avevano ispirato Poliziano, nelle Stanze per la Giostra di Iulo de Medici, e Botticelli, che due anni dopo la congiura dei Pazzi, dipinse la Primavera, eternando il bel Giuliano in Mercurio (che conduce le anime nell’aldilà e scosta le nubi dalle arance medicee) e la bella Simonetta nella Venere. Da Fioretta Gorini, amata dopo la morte di Simonetta, Giuliano aveva avuto un figlio naturale, Giulio. Fu Antonio da Sangallo il Vecchio a presentare il bambino, a cui aveva fatto da padrino, a Lorenzo de Medici: il Magnifico lo adottò. Nel 1523, Giulio sarebbe divenuto Papa col nome di Clemente VII. Dieci anni prima, anche Giovanni, figlio di Lorenzo, sarebbe stato acclamato Papa col nome di Leone X.
Testo tratto da Chantal Fantuzzi, “Lorenzo il Magnifico, Signore di Firenze” 1469-2019, Atti della Festa della Storia, MuP, Parma 2019. – Riproduzione riservata