Nella cattedrale di San Lorenzo a Lugano, il 7 settembre, si terranno le ordinazioni diaconali e sacerdotali.

Questo bellissimo sacramento è stato istituito da Cristo che, come spiega il Vangelo di Giovanni 20-22, ha soffiato lo Spirito Santo sugli apostoli ( i primi preti) rendendoli capaci di guarire gli ammalati, esorcizzare i demoni, parlare in suo nome, sciogliere i peccati e celebrare l’Eucaristia. A Lugano la ripetizione di questo importantissimo avvenimento storico, l’ordinazione sacerdotale, sarà presieduta dal Vescovo. Solo il Vescovo, infatti, ha la facoltà di ordinare nuovi ministri sacri ed imporre le mani.

Nell’Antico Israele, i sacerdoti (kohanim) erano figure religiose di primaria importanza, incaricate di svolgere funzioni sacre nel Tabernacolo prima e, successivamente, nel Tempio di Gerusalemme. La loro responsabilità principale era quella di servire come mediatori tra Dio e il popolo, offrendo sacrifici, mantenendo la purezza rituale e insegnando la Legge. Prima della venuta di Cristo solo i discendenti di Aronne, fratello di Mosè, appartenenti alla tribù di Levi, potevano essere ordinati sacerdoti, in quanto la genealogia era fondamentale per garantire la purezza del lignaggio sacerdotale.

uesto sacramento, chiamato “Ordine sacro”, è uno dei sette sacramenti della Chiesa cattolica e rappresenta un impegno totale al servizio di Dio e della comunità cristiana.

Il Rito dell’Ordinazione Sacerdotale

Il rito inizia con la presentazione e l’elezione del candidato. Il vescovo, che presiede la cerimonia, chiede se il candidato è stato ritenuto degno. Il rettore del seminario o un altro responsabile risponde affermativamente, e il vescovo proclama l’elezione del candidato al sacerdozio, accolta dall’assemblea con un applauso o una preghiera di approvazione.

Segue l’omelia e l’esortazione del vescovo, in cui viene spiegato il significato del sacerdozio e le responsabilità che il candidato sta per assumere. Il vescovo invita il candidato a riflettere seriamente sull’impegno che sta per prendere, sottolineando l’importanza del suo nuovo ruolo nella Chiesa.

Il candidato, quindi, pronuncia le promesse sacerdotali, impegnandosi pubblicamente a vivere in celibato (se non è già un diacono permanente sposato, come nel caso delle chiese orientali in comunione con Roma), a obbedire al vescovo e ai suoi successori, e a dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa.

Dopo le promesse, si canta o recita le Litanie dei Santi, durante le quali il candidato si prostra a terra in segno di umiltà e sottomissione a Dio. L’assemblea invoca l’intercessione dei santi per il candidato, chiedendo la protezione e la guida divina.

Il momento centrale del rito è l’imposizione delle mani. Il vescovo impone le mani sul capo del candidato in silenzio, un gesto simbolico che rappresenta la trasmissione dello Spirito Santo e dell’autorità sacerdotale. Tutti i sacerdoti presenti fanno lo stesso, seguito dalla preghiera di ordinazione, in cui il vescovo chiede a Dio di consacrare il candidato come sacerdote e di infondere in lui i doni necessari per il ministero.

Dopo l’ordinazione, il nuovo sacerdote è vestito con le vesti sacerdotali: la stola, indossata a modo sacerdotale, e la casula, che simboleggiano il suo nuovo stato e la sua missione di servire Dio e la Chiesa. Successivamente, il vescovo unge le mani del nuovo sacerdote con il sacro crisma, un olio consacrato che rappresenta la consacrazione delle sue mani per il servizio sacro, come la benedizione e la celebrazione dei sacramenti.

Il vescovo consegna quindi al nuovo sacerdote il calice con il vino e la patena con il pane, simbolizzando il potere di celebrare la Messa e di amministrare l’Eucaristia. Infine, il rito si conclude con l’abbraccio di pace tra il vescovo e il nuovo sacerdote, seguito dagli altri sacerdoti presenti, a significare la sua accoglienza nel presbiterio, la comunità dei sacerdoti.

Liliane Tami