Il cognome di lui rimanda al santo patrono di Napoli; quello di lei alla prosperità femminile.

L’eufemismo è di regola, quando il gossip è al ministero.

Anzi, lui in comune con Napoli ha pure il nome (Gennaro) e pure le origini, con un passato di spicco nel fronte giovanile dell’MSI. 

Pure lei ha un nome da romanzo borbonico: Maria Rosaria. Boccia. 

Lei voleva una nomina. Non l’ha ottenuta e si vendica.

Di sicuro, ha ottenuto quello che voleva: di una bellezza sgargiante, di una bionditudine travolgente, ora conta più di 32mila followers su Instagram. 

Certo, è una Mata Hari e alla Sinistra pesa riconoscerlo. 

Cosa può essere andato storto? Possiamo solo ipotizzare: un ricatto non andato a buon fine, forse. 

Prima, lei accompagnava il ministro in ogni dove. 

Poi, è stata rimossa. 

Così, si è vendicata: ha pubblicato le mail in cui si certificava che aveva volato assieme al ministro; e persino una telefonata in cui le veniva conferito l’incarico di “gran consigliera per gli eventi del MIBAC”. 

Domanda: e perché l’aveva registrata, quella telefonata? Perché avrebbe dovuto pensare male anche quando le cose, per lei, andavano a gonfie vele? 

Forse, aveva già previsto tutto, anche il “tradimento”. 

La Sinistra, sorda all’ovvietà, grida allo scandalo. 

Sangiuliano si difende: “Perché a Salvini, quando si portava dietro la Isoardi o la Verdini, nessuno ha mai detto niente?”. Ineccepibile. 

La Boccia, nel frattempo, guadagna. Non solo in notorietà, ma anche da Meta. 

Quando la mefistofelica Selvaggia Lucarelli fa notare che i video girati dalla bionda accompagnatrice del ministro sono “illegali” perché girati grazie a degli occhiali (di cui in molti di noi ignoravano l’esistenza) creati dai gestori dei Social Network, per essere poi connessi al telefonino; lei li posta sui suoi profili, con la dicitura “nulla di illegale”. E così, altri soldi all’Influencer. Ora quegli occhialini, li vogliamo un po’ tutti noi.