Lo Shema Israel è una delle preghiere più importanti dell’ebraismo. E’ così importante che gli ebrei più devoti, chiudendola in una scatoletta finemente decorata, se la legano in testa o al braccio con delle cinghie per dimostrare simbolicamente di avere sempre le Sacre Scritture con sè.
DOVE SI TROVA NELLA BIBBIA
Lo Shemà israel si trova nel secondo discorso di Mosè agli Israeliti. Nel libro del Deuteronomio, Mosè pronuncia tre discorsi fondamentali prima della sua morte, rivolti al popolo di Israele mentre si trovano nelle pianure di Moab, pronti ad entrare nella Terra Promessa. Questi discorsi rappresentano un riepilogo delle leggi, un’esortazione alla fedeltà a Dio e un richiamo all’alleanza con il Signore. Ecco i tre discorsi principali:
1. Primo Discorso (Deuteronomio 1:1 – 4:43):
È un riepilogo storico delle esperienze vissute dal popolo di Israele durante i quarant’anni di peregrinazione nel deserto. Mosè ricorda gli errori commessi dagli israeliti, come l’incredulità e la ribellione, ma sottolinea anche la fedeltà e la misericordia di Dio. Questo discorso ha lo scopo di ricordare al popolo l’importanza dell’obbedienza e della fiducia in Dio, mostrando come il Signore li abbia guidati e protetti.
2. Secondo Discorso (Deuteronomio 4:44 – 28:68):
Questo è il discorso più lungo e dettagliato. Mosè ripete le leggi e i comandamenti che gli israeliti devono osservare nella Terra Promessa. Viene riaffermata l’alleanza con Dio e vengono forniti dettagli sui comandamenti, sulle leggi civili, cerimoniali e morali, comprese le celebrazioni religiose e le regole di convivenza. È in questa sezione che si trovano i Dieci Comandamenti e lo Shema Israel (Deuteronomio 6:4-9). Mosè esorta il popolo a rimanere fedele a Dio e sottolinea le benedizioni per l’obbedienza e le maledizioni per la disobbedienza.
3. Terzo Discorso (Deuteronomio 29 – 30):
Questo discorso è un rinnovo dell’alleanza tra Dio e il popolo d’Israele. Mosè richiama gli israeliti a scegliere tra la vita e la morte, la benedizione e la maledizione, a seconda della loro obbedienza o disobbedienza alla legge di Dio. Li esorta a scegliere la vita, seguendo Dio e osservando i Suoi comandamenti, affinché possano prosperare nella Terra Promessa.
Dopo i tre discorsi, Mosè nomina Giosuè come suo successore e impartisce le ultime istruzioni. Infine, Mosè muore sul Monte Nebo, da dove vede la Terra Promessa senza potervi entrare.
I tre discorsi di Mosè nel Deuteronomio sono essenziali perché ribadiscono l’alleanza tra Dio e il popolo d’Israele, fornendo una guida morale, spirituale e legislativa per la vita nella Terra Promessa.
La PREGHIERA SHEMA’ ISRAEL, nel secondo discorso di Mosè
Lo Shemà Israel è una dichiarazione di fede che afferma l’unicità di Dio e il legame speciale tra il popolo di Israele e il Signore. Il testo si trova nel libro del Deuteronomio 6:4-9 e inizia con le famose parole:
“Shema Yisrael, Adonai Eloheinu, Adonai Echad” – “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno”.
Questa breve frase ha un’importanza straordinaria. Non è solo una semplice preghiera, ma una vera e propria dichiarazione d’identità per il popolo ebraico, che esprime la fede in un Dio unico e l’impegno a vivere secondo i Suoi comandamenti.
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Lo Shema è prima di tutto una professione di fede monoteista, in cui viene affermata l’unicità di Dio. Nella storia delle religioni, questa affermazione ha avuto un impatto rivoluzionario, soprattutto in un contesto antico dove erano diffusi i culti politeisti. Per il popolo ebraico, proclamare che il Signore è Uno significa affermare che c’è un solo Dio, sovrano su tutto l’universo, e che Egli è al centro della loro esistenza spirituale e comunitaria.
Ma lo Shema non si ferma qui. Dopo la dichiarazione iniziale, il testo prosegue con un richiamo ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questo è un invito a vivere la fede in modo completo, coinvolgendo ogni aspetto della vita: emozioni, pensieri e azioni. La preghiera, inoltre, esorta a insegnare queste parole ai figli e a ricordarle costantemente, attraverso simboli fisici come i tefillin (contenitori di versetti biblici legati al braccio e sulla fronte) e le mezuzot, piccoli contenitori che contengono lo Shema e che vengono posti sugli stipiti delle porte.
Lo Shema ha un ruolo centrale nella vita quotidiana del popolo ebraico. Viene recitato due volte al giorno, al mattino e alla sera, secondo il comandamento biblico. Non è solo una preghiera liturgica, ma un atto di fede che accompagna ogni momento significativo della vita. Molti ebrei lo recitano anche prima di andare a dormire, come forma di protezione spirituale e atto di affidamento a Dio.
Un aspetto particolarmente toccante dello Shema è che viene spesso pronunciato nei momenti di pericolo o in prossimità della morte. Si dice che molti ebrei abbiano recitato lo Shema nei loro ultimi istanti di vita, esprimendo la loro fede e la loro appartenenza a Dio anche di fronte alla morte.
Lo Shema è molto più di una preghiera individuale: è una dichiarazione collettiva che unisce il popolo di Israele nella sua fede e nella sua missione. Nel corso dei secoli, questa preghiera ha rappresentato il cuore pulsante dell’identità ebraica, sia durante i momenti di trionfo sia nelle epoche di persecuzione. Il suo richiamo a trasmettere la fede alle generazioni future ha aiutato a mantenere viva la tradizione ebraica attraverso i secoli.
Inoltre, lo Shema segna il legame tra Dio e il Suo popolo, ricordando agli ebrei il loro patto con il Signore. È un invito a vivere una vita di fedeltà, amore e osservanza dei comandamenti divini. Il suo richiamo a “legare queste parole sul braccio” e a “porle come segno sulla fronte” ha dato origine a usanze rituali come i tefillin e le mezuzot, che servono come costante promemoria della presenza di Dio.
Liliane Tami