Qualcuno ha descritto quantomeno bizzarra la strategia alimentare che il Monarca Rosso, Kim Jong-un ha adottato, ma nulla è strano quando si tratta di affrontare una carestia alimentare, anche consigliare di mangiare la carne del cigno nero che da noi in Occidente suona allucinante.
Secondo la propaganda di regime (fonte il quotidiano del Partito Rodong Shinmun) il cigno nero contribuirà a migliorare la vita dei cittadini (24 milioni di abitanti) essendo la sua carne deliziosa oltre che possedere apparentemente sostanze con valore medico, utili alla salute.
Sembrerebbe una vecchia pubblicità dell’idrolitina “è buona e fa bene …”. La realtà è che il raccolto agricolo è stato scadente a causa delle piogge, inondazioni e le restrizioni all’importazione per paura Covid, oltre alle sanzioni che hanno colpito duramente il paese.
Secondo Radio Free Asia “soffrono la fame fino a morirne a causa dell’aumento del costo degli alimentari”. Stando alla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) nel paese mancherebbero 860 mila tonnellate di derrate alimentari equivalenti a due mesi di consumi dell’intera popolazione.
Come si ricorderà il problema della carestia non è nuovo nel regno eremita governato dal regime comunista dei Kim dall’armistizio del 1953. Un paese di forti contraddizioni: bombe atomiche, spese militari enormi, missili supersonici, ma poi manca il riso e la popolazione soffre la fame. Negli anni ’90 il peggio.
Stime serie ci dicono di centinaia di migliaia di vittime per la carestia e le relative conseguenze per quelli sopravvissuti.
Ecco quindi l’invenzione della carta bizzarra del cigno nero. Un cibo ricco di proteine che ora è allevato in modo industriale nel paese. Principalmente alla Kwangho Duck Farm sulla costa ad Est. Cosa apparsa nei programmi televisivi fonte dell’opera di propaganda di regime.
Veniamo alla parte del bizzarro per noi occidentali. Innanzitutto perché fino al 1697 in Occidente ritenevamo che il cigno nero non esistesse. Non lo conoscevamo.
Da noi perciò si è creata “la teoria del cigno nero“ che postula l ’importanza sproporzionata di determinati eventi di grande impatto, difficili da prevedere e molto rari. Tali eventi considerati estremamente divergenti rispetto alla norma giocano collettivamente un ruolo molto più importante della massa degli eventi ordinari. Per riferimento sull’argomento un classico saggio di Nassim Nicholas Taleb dal titolo Il cigno nero.
Detto terra a terra, uno quando prende una decisione nel business, deve fare sempre gli scongiuri che non intervenga il cigno nero, ovvero l’imprevisto.
Ecco perché la decisione di Kim Jong-un di far mangiare il volatile suona, da noi, bizzarra. Paradossalmente, lui che non soffre certamente per la carestia, ha seguito una dieta perdendo pare almeno 20 kgs, continuando a giocare con le sue bombette e a lanciare missili apparentemente supersonici e sempre più sofisticati. Poveri noi…
Un mondo incoerente e purtroppo alla rovescia.
V.Volpi