Le letture di oggi ci presentano Cristo come medico guaritore, sia dell’anima che del corpo. Il tema del Cristo-Medico, soprattutto in questo mondo bisognoso di guarigione fisica, spirituale e sociale, è importantissimo. Il Sordo-Muto, infatti, grazie all’incontro con Gesù si è aperto al mondo ritrovando l’udito e la parola. Anche noi, grazie ai sacramenti e al contatto col corpo della chiesa ( le persone) possiamo imparare ad aprire il nostro cuore e vedere il mondo con occhi nuovi. Effatà! Questa è la parola che Gesù ha usato per guarire il sordo muto, e significa ” Apriti“. L’invito di queste letture, quindi, è quello di fidarci di cristo e lasciarci aprire il cuore da lui per avere una nuova comprensione del mondo.
Molte sono le religioni e i gruppi esoterici che si occupano di cura e guarigione: pensiamo a Giuliano Kremmez, esoterista, che ha scritto dei libri importanti sulla guarigione, o al Reiki, un’arte orientale che promette di guarire con le mani attraverso un’energia, il Chi, che si impara a veicolare pagando un maestro che insegna a dominarla per mezzo di alcuni particolari sigilli.
Di fatto, queste usanze occulte, sono modi stravaganti ed alternativi con cui le persone cercano di veicolare delle energie non ben identificate per ottenere dei benefici terreni, come bellezza, prestanza fisica, forza, salute e benessere.
Cristo, invece, ci insegna una cosa ancora più grande: la vera guarigione è quella data dal suo amore, attraverso le opere di bene e i sacramenti. La vita eterna non si ottiene solo in questo corpo, come credevano gli alchimisti, bensì nella salvezza dell’unità di anima e corpo per mezzo della redenzione data da Dio. E, quando si entra in un’ottica Cristiana, si cessa di interessarsi solo del proprio bene e si inizia a desiderare il bene del prossimo e la sua salute, perchè si è capaci d’amare. L’esoterista cerca di guarire sè stesso dall’invecchiamento e dalle malattie, il buon cristiano, invece, desidera di più guarire il prossimo e fare del bene piuttosto che essere guarito. Il dono all’altro è, infatti, misura dell’amore della fede.
Noi tutti possiamo imitare il Cristo guaritore, occupandoci con amore ed attenzione delle persone che abbiamo accanto e che hanno bisogno di conforto. Occuparsi degli ammalati, che siano i nostri genitori anziani, il figlio disabile, l’amico in dialisi o il vicino di casa depresso è un’azione caritatevole che ci santifica, e questa è la più grande fonte di gioia. Magari non siamo dottori, ma capita a tutti di doversi prendere cura del marito malato o del nonno infermo: proprio in questo impegno quotidiano noi ci conquistiamo il regno dei cieli facendo del bene alle persone più fragili.
La taumaturgia è la capacità di compiere miracoli. A volte succede che un bambino guarisca dal mal di pancia solo perchè la mamma o il papà gli hanno messo la mano sulla pancino e gli parlano con tenerezza. Questo è il miracolo dell’amore! Una persona che ha male, spesso, grazie ad un semplice abbraccio può già sentirsi meglio. Ci avete mai provato? Il potere dell’affetto e del contatto fisico , per alleviare il dolore fisico, è portentoso! E i massaggi…sapevate che l’inventore del massaggio classico svedese, quello rimborsato dalla cassamalati, era un teologo? il nesso tra cura dell’animo e del corpo, infatti, è strettissimo.
Nel brano di Isaia che abbiamo letto all’inizio, il profeta annuncia una speranza straordinaria per chi è smarrito e scoraggiato: la presenza di Dio porta guarigione e salvezza. Gli occhi dei ciechi grazie alla fede si possono aprire, gli orecchi dei sordi si schiudono e persino la terra bruciata diventa rigogliosa e piena di acque fresche.
Ma attenzione: non sempre questo genere di miracoli di guarigione riguarda davvero il corpo, nella maggior parte dei casi riguarda infatti l’anima. L’ammalato che incontra Cristo, infatti, grazie alla fede può dare un valore nuovo alla malattia e trasformare la sua croce in un’opportunità di crescista spirituale.
Nel Vangelo di Marco, Gesù compie un miracolo di guarigione. Con un gesto semplice e profondamente umano, tocca il sordomuto e, pronunciando la parola “Effatà”, gli ridona l’udito. Non si tratta solo di un miracolo fisico, ma di un segno del Regno di Dio che si manifesta tra noi: un mondo in cui le barriere della malattia e della disabilità vengono infrante grazie all’amore.
Questo potere di guarigione ci richiama anche al ruolo prezioso dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario. Essi incarnano nella loro quotidianità una missione profondamente cristiana: curare, assistere e accompagnare chi soffre. Come Cristo, i medici e gli infermieri toccano le ferite del corpo e dell’anima, con un servizio fatto di gesti umili, di pazienza, di professionalità e compassione.
Gesù ci insegna che ogni atto di guarigione non è solo un semplice intervento fisico, ma un incontro con l’anima, la storia e la fragilità dell’essere umano. E chi meglio di un medico o un infermiere può testimoniare questa verità nella cura del malato? Essi non solo alleviano il dolore, ma ridonano speranza, accompagnano nella sofferenza, si fanno strumento dell’amore e della misericordia di Dio.
La Lettera di Giacomo ci invita poi a non fare favoritismi, ricordandoci che Dio ha scelto i poveri agli occhi del mondo per farli ricchi nella fede. Anche qui si può vedere un riflesso del lavoro di chi cura: non si fa distinzione tra chi ha e chi non ha, tra chi è più potente e chi è più debole. Ogni vita è sacra e degna di essere custodita con amore e rispetto.
In questo tempo, riconosciamo e ringraziamo profondamente i medici, gli infermieri e tutti coloro che si dedicano alla salute altrui, spesso sacrificando sé stessi per il bene degli altri. Essi sono, come tutte le persone che si occupano di parenti anziani ed ammalati, o figli disabili, i continuatori della missione di Cristo guaritore.