Commento alle letture di domenica 22.03.2024
Le letture del giorno ci evidenziano un tema molto impegnativo, che è quello del riuscire a mantenersi buoni, puri e gentili come bambini dopo aver sopportato grandi sofferenze. Nelle prime due letture odierne si parla delle sofferenze ingiuste… e di come esse non debbano intaccare la nostra capacità di amare.
Nell’ebraismo antico, l’olocausto era un tipo di sacrificio rituale in cui parti di un animale venivano offerte a Dio.
A volte accade di sentirsi vittime sacrificali perché, come Giobbe, la vita ci sottopone a tormenti difficilissimi. Lutti, ingiustizie, problemi di salute, malattie…eppure proprio in questi nostri martiri quotidiani si testa la nostra capacità di sopportare tutto con pazienza, mitezza e benevolenza.
La Madonna, come le annunciò Simeone, ha avuto il cuore trafitto dalle spade : ha infatti fatto olocausto di sé stessa vedendo il proprio figlio ucciso in croce. Quante volte, anche a noi, può accadere di sentirsi bruciare come vittime sacrificali di una vita ingiusta!
Ebbene, non dobbiamo né arrenderci né arrabbiarci e divenire malevoli: proprio questa immensa sofferenza, e la capacità di accettarla mantenendoci buoni di cuori, ci rende santi. Sentirsi morire in vita e preservare il cuore buono nelle avversità è il segreto della vita eterna. Gesù, infatti, ci insegna che dobbiamo avere fede: dopo al sacrificio sulla croce vi è la risurrezione. In ogni momento di sofferenza, quindi, è importantissimo non perdere mai la fede e mantenere il cuore buono e puro. Il cuore buono e puro è come quello dei bambini, che sono piccoli ed umili e che Gesù ci esorta ad amare ed imitare.
San Giacomo, nella sua bellissima lettera che abbiamo appena letto ci ricorda che la Sapienza che viene dall’ alto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Avere una vita miracolosa, quindi, consiste nella capacità di sopportare le sofferenze e le avversità senza smarrire la capacità di essere buoni e servizievoli, umili come bambini e docili.
Quante volte il dolore e la sofferenza ci danno la tentazione di indurirci e diventare vendicativi, astiosi e rabbiosi! Ebbene, non dobbiamo cedere a questa terribile tentazione e al male lo Spirito Santo può darci la capacità di rispondere con il bene.
Il martirio dell’innocente è strumento della sua stessa elevazione: grazie a Cristo anche il più grande dolore può diventare grandissimo strumento di crescita spirituale. Non è facile, certo, ma riuscire a sopportare le violenze e i tormenti con mitezza e sopportazione è, per l’anima, grandissima fonte di gioia e soddisfazione.
Liliane Tami