Gli ultimi giorni di Muammar Gheddafi furono caotici e segnati da una spirale di violenza e disordine in Libia. Dopo oltre 40 anni di potere, il suo regime stava crollando sotto la pressione della rivolta popolare del 2011, che si inserì nel contesto più ampio della Primavera Araba. Ecco una panoramica dei suoi ultimi giorni:

Caduta di Tripoli

Nell’agosto 2011, le forze ribelli libiche, sostenute dalla NATO, riuscirono a conquistare Tripoli, la capitale del paese, segnando un punto di svolta decisivo. Gheddafi si rifugiò nella sua città natale, Sirte, considerata una delle sue ultime roccaforti, mentre il resto del paese cadeva nelle mani dei ribelli.

Resistenza e nascondiglio a Sirte

Gheddafi rimase nascosto a Sirte per settimane, resistendo agli assalti delle forze ribelli che circondavano la città. Durante questo periodo, mantenne una comunicazione minima con il mondo esterno, affidandosi a messaggi radio occasionali e continuando a proclamarsi come il legittimo leader della Libia.

La fuga e la cattura

Il 20 ottobre 2011, Gheddafi tentò di fuggire da Sirte in un convoglio, ma fu intercettato da forze ribelli e attaccato dai raid aerei della NATO. Il suo convoglio venne bombardato, e Gheddafi si rifugiò in un tubo di drenaggio lungo una strada.

L’uccisione

Poco dopo essere stato scoperto dai ribelli libici, Gheddafi venne catturato. Ci sono versioni contrastanti sulle circostanze esatte della sua morte, ma i video amatoriali diffusi poco dopo mostrano il dittatore ferito e malmenato dalle forze ribelli. Morì poche ore dopo la cattura, apparentemente a causa delle ferite subite.

Conseguenze

La morte di Gheddafi segnò la fine formale del suo regime e aprì la strada a una fase di transizione, anche se la Libia, da allora, è stata dilaniata da conflitti tra fazioni rivali.