Ultimamente abbiamo parlato di pena di morte negli Stati Uniti, in merito alla più recente esecuzione, avvenuta per iniezione letale di Lisa Montgomery, che nel 2004 strangolò e squartò una ragazza incinta. Lisa è stata giustiziata, ma la pena di morte negli USA continua a suscitare accese polemiche. Vediamo oggi un caso tragico, quello di una ragazza, neanche vent’enne, impiccata per aver vendicato il proprio “onore perduto”. La sua morte suscita ancor oggi opportune polemiche per il processo sommario cui fu condannata.
Paula Angel nacque nel 1842 nel New Mexico. A diciotto anni conobbe Miguel Martin, che le promise di sposarla. In realtà Miguel era un padre sposato di cinque figli, e, venuta a galla la verità, decise di lasciare la ragazza, disonorandola. Nell’America dell’800, una ragazza “svergognata” da una promessa di matrimonio infranta, non valeva praticamente più, al cospetto della società. La giovane, pertanto, chiese a Miguel Martin più spiegazioni, ma la situazione precipitò, lei lo aggredì e l’uomo morì in seguito a una coltellata ricevuta.
Nel marzo 1861, Paula fu arrestata e accusata di omicidio di primo grado. Miguel Martin apparteneva infatti a un’importante famiglia di Las Vegas, nel territorio del New Mexico, che fece di tutto per avere giustizia.
Il giudice che presiedeva l’accusa, Kirby Benedict, incaricò la giuria di considerare solo l’accusa di omicidio di primo grado; vietando loro di giudicare la ragazza colpevole di un reato non capitale (ovvero l’omicidio di grado minore o omicidio colposo).
Paula si dichiarò sempre innocente, sulla base del fatto che le sue azioni erano un crimine passionale e quindi non premeditato, ma la giuria non fu d’accordo en decretò per le
i l’unica sentenza disponibile ai sensi della legge territoriale in quel momento: la condanna a morte per impiccagione.
Poco tempo dopo, a Paula Angel fu concesso il diritto di appellarsi alla Corte Suprema del New Mexico, la quale, tuttavia, non concesse alcuna sospensione simultanea dell’esecuzione.
A Las Vegas, la mattina del 26 aprile, dopo mesi di prigionia e denutrizione, Paula Angel fu portata davanti a un pioppo: non c’erano forche perciò la ragazza fu legata a un pioppo e posta su un carro attaccato a una squadra di cavalli.
Lo sceriffo e boia della contea Antonio Abad Herrera, scelse deliberatamente di non legarle le braccia: la vittima, infatti, appariva tanto debole, che nessuno avrebbe pensato che si sarebbe potuta più muovere. Invece, quando quando i cavalli trainarono, spronati, il carro, ed il suo corpo iniziò a penzolare, Paula iniziò a dimenarsi, afferrò il cappio, e cercò di liberarsene. Il boia, allora, le afferrò le gambe, tentando di trascinarla verso il basso, per strangolarla.
Incredula di fronte a siffatta crudeltà, la folla fermò il boia, e Paula cadde a terra, stremata, ma viva.
Una legge non scritta, in New Messico, poteva decretare che se il condannato non moriva dopo il primo tentativo di impiccagione, poteva liberarsi e correre via, quasi fosse un suo diritto naturale alla vita. C’era, inoltre, il potenziale per una rivolta, poiché alcuni tra la folla sostenevano tale diritto, per Paul, di essere rilasciata.
La fanciulla fu incitata a correre, ma Paula era troppo stremata per rialzarsi. Mesi e mesi di maltrattamenti in carcere l’avevano fortemente provata, così restò a terra, inerme.
Lo sceriffo, allora, la sollevò di peso, le legò il cappio al collo e, questa volta, la impiccò.
Nel frattempo, mentre una ventenne moriva impiccata, nell’America infuriava la guerra civile tra nord e sud, e il caso di questa giovane vita ingannata e spezzata, svanì.
Nel 1961, un articolo pubblicato su The Santa Fe New Mexican per commemorare il 100 ° anniversario, attrasse l’attenzione su questa sventurata fanciulladescritta come l’unica donna ad essere stata legalmente giustiziata nel New Mexico.
Ciò, in realtà vale solo per il New Mexico come parte degli Stati Uniti: due donne, infatti, erano state impiccate a Santa Fe nel 1779, sotto il dominio coloniale spagnolo.
Nel 2008, lo storico Robert Tórrez trovò il mandato originale per l’esecuzione di Angel nella Huntington Library of California, con la conferma per impiccagione scritta a mano dello sceriffo Herrera sul retro. Con un episodio dedicato nella serie tv Deadly Women, Donne mortali, il triste caso di Paul Angela è definitivamente passato dlala tradizione orale, alla triste veridicità storica.