Mont Saint-Michel, il celebre isolotto protetto dall’Unesco che si trova sulla costa della Normandia, in Francia, ritrova un contesto paesaggistico più volto al naturale. Dal 28 aprile infatti è vietato parcheggiare le auto nelle vicinanze della rocca, sotto le mura o sulla spiaggia.
I visitatori devono lasciare i veicoli sulla terraferma, in un nuovo grande posteggio a 2,5 chilometri dal sito e raggiungere Mont Saint-Michel a piedi, con una navetta o con una carrozza tirata da cavalli.
Un allungamento del percorso di 800 metri che non piace ai tour operator giapponesi, i quali minacciano di dirottare altrove i 300mila turisti che ogni anno arrivano dal Giappone e sulla rocca spendono complessivamente 7,2 milioni di euro.
Ogni anno Mont Saint-Michel attira fino a 3 milioni di visitatori. Dal 2014 l’accesso sarà possibile grazie a una nuova diga lunga oltre un chilometro.
Il mare arretra e la terra e i pré-salé avanzano. I lavori in corso, iniziati nel 2011, hanno l’obiettivo di ripristinare il carattere marittimo del luogo. La vecchia strada, costruita sopra la diga che risale alla fine del 19esimo secolo, verrà smantellata.
Victor Hugo lo chiamava “il castello fatato piantato in mezzo al mare.” Il nome del sito deriva dal santuario costruito in onore dell’Arcangelo Michele.
Fin dall’antichità il culto di San Michele era assai diffuso in tutta Europa e Mont Saint-Michel era una delle principali mete di pellegrinaggio della cristianità.
Si dice che l’Arcangelo Michele apparve nel 709 al vescovo di Avranches, San Auberto, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia.
Il vescovo ignorò per due volte la richiesta finché San Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo, con il tocco del suo dito, senza però ucciderlo.
Un primo oratorio venne allestito in una grotta e il luogo prese il nome di Mont Saint-Michel-au-péril-de-la-Mer.
Il cranio forato di San Auberto è conservato nella cattedrale di Avranches.