EUDAMONÍA è parola greca in cui il genio (dàimon) si combina con l’idea del buono (eu). Allude a una beatitudine alla quale chiunque può accedere perché non è affidata alla sorte (per questo benessere “accidentale” i greci usavano il termine eutychía) bensì a una ricerca virtuosa e a un preciso orientamento della propria esistenza.

L’EUDAIMONÍA è la capacità di dialogare con l’infelicità. Di risollevarsi dopo un insuccesso, di far fronte allo sconforto, di guarire da una ferita o di conviverci, di permanere in situazioni di difficoltà, di reperire il nostro senso nel dolore e nell’eventuale assenza di libertà, di riconoscere e accogliere il malessere per trasformarlo.

L’ideale di felicità diviene, allora, materia. Solida e consapevole. Lungo una direzione di ricerca etica che richiede una conoscenza di sé profonda e autonoma affinché il ben-essere coincida con il buon essere.

Quello dell’EUDAIMONÍA è un concetto dinamico: l’obiettivo verso cui tendiamo e, insieme, la condotta di vita che teniamo allo scopo di raggiungerlo. Non un precetto bensì un progetto!

In questo senso, la felicità e il benessere garantiti dall’EUDAIMONÍA risultano alla portata di tutti.

Quando siamo in ascolto del nostro “buon genio”, allora finalmente realizziamo la nostra natura e viviamo in armonia.

Ma la via dell’emancipazione che conduce alla felicità piena, etica e deliberata, a quell’appagamento che non ha bisogno dei doni capricciosi della fortuna, è fatta di chiarezza interiore e di scelte.

Martina di Giovanni