Santa Dinfna è scappata col suo parroco quando si è accorta che suo padre fosse pazzo. Alla fine il padre è riuscito a raggiunerla e quando ha visto che usava i suoi soldi per aiutare i poveri si è infuriato e l’ha decapitata. Aveva 15 anni ed oggi è la “patrona dei folli” e di chi opera nel campo psichiatrico.
Santa Dinfna è venerata come patrona delle persone affette da malattie mentali e disturbi emotivi. La sua storia, risalente al VII secolo, è permeata di leggende, ed è un esempio di coraggio e fede di fronte a un tragico destino.
Dinfna era una principessa irlandese, figlia di un re pagano e di una madre cristiana. Dopo la morte della madre, il padre, colto da un dolore immenso, decise di cercare una nuova moglie che somigliasse alla sua defunta sposa. Quando non riuscì a trovare nessuna donna che soddisfacesse il suo desiderio, in preda a una follia dettata dal lutto, si convinse di voler sposare la stessa figlia, Dinfna, che somigliava molto alla madre.
Inorridita da questa proposta incestuosa, Dinfna fuggì dal regno, accompagnata dal suo confessore, il sacerdote Gereberno. Si rifugiarono in Belgio, a Gheel. Tuttavia, il re riuscì a rintracciarli e, quando Dinfna rifiutò di cedere alla sua richiesta, lui, accecato dalla rabbia, la uccise decapitandola con la propria spada.
Dopo la sua morte, Santa Dinfna divenne oggetto di venerazione. La città di Gheel, dove fu martirizzata, divenne un centro di pellegrinaggio, e nel tempo ha sviluppato una tradizione unica nell’accoglienza e cura delle persone con disturbi mentali. Santa Dinfna viene invocata come protettrice delle persone che soffrono di depressione, ansia e altre malattie mentali, grazie alla sua storia e al suo martirio legato al dolore mentale del padre.
Il simbolo della sua decapitazione è spesso rappresentato nell’iconografia della santa, dove appare con una spada o con la propria testa tra le mani, simbolo del suo martirio.