La P-26 era un’organizzazione segreta svizzera parte della rete di difesa Stay Behind, attiva durante la Guerra Fredda. Creata per resistere a un’eventuale invasione sovietica o comunista, la P-26 operava come un gruppo clandestino di guerriglia, pronto a entrare in azione nel caso la Svizzera fosse occupata, mantenendo un’alleanza ideologica con le democrazie occidentali.
Stay Behind
Le reti Stay Behind erano organizzazioni paramilitari segrete create in diversi paesi europei, principalmente membri della NATO, per operare dietro le linee nemiche in caso di invasione sovietica. Questi gruppi dovevano rimanere nascosti e attivi anche se i paesi fossero stati occupati, pronti a organizzare resistenze interne, sabotaggi e operazioni di intelligence.
La rete Stay Behind più nota è Gladio, attiva in Italia, ma esistevano gruppi simili in tutta Europa. Queste reti furono spesso coinvolte in controversie politiche, e si è ipotizzato che in alcuni casi siano state usate per influenzare la politica interna, provocando instabilità e persino orchestrando azioni terroristiche attribuite all’estrema sinistra per giustificare politiche di repressione.
Gladio era il nome in codice di un’organizzazione paramilitare segreta nata nel secondo dopoguerra in Italia, nell’ambito di una più ampia rete di gruppi clandestini di difesa chiamata Stay Behind, attiva in diversi paesi europei durante la Guerra Fredda. Il suo scopo principale era quello di prepararsi a una possibile invasione sovietica, organizzando una resistenza armata che avrebbe operato dietro le linee nemiche nel caso di occupazione comunista.
Origine e contesto di Gladio
Gladio venne fondata ufficialmente nel 1956 con il supporto della CIA e dei servizi segreti della NATO, ma le sue radici risalgono all’immediato dopoguerra, in un clima di forte tensione tra i blocchi occidentale e sovietico. L’Italia, con il suo potente Partito Comunista Italiano (PCI), era vista come un paese particolarmente vulnerabile alla penetrazione comunista. Gladio faceva parte del piano occidentale per prevenire una possibile presa di potere da parte dei comunisti in Europa.
P-26 in Svizzera
La P-26 venne alla luce nel 1990, dopo che l’esistenza della rete fu rivelata dal rapporto Cornu, stilato dall’allora procuratore della Confederazione Jean-Pierre Cornu. Ufficialmente, la P-26 non avrebbe mai operato concretamente, ma era pronta ad agire in caso di invasione, con una rete di membri segreti addestrati per eseguire operazioni di guerriglia e sabotaggio. La scoperta di questa organizzazione suscitò uno scandalo in Svizzera, un paese noto per la sua neutralità, portando a dibattiti sull’opportunità di mantenere un’organizzazione segreta con scopi militari in tempo di pace.