Prima dell’invenzione dei frigoriferi, conservare il latte fresco era una sfida significativa per le comunità rurali. In alcune culture, come quella russa e finlandese, una soluzione sorprendente fu quella di mettere delle rane nel latte, una tecnica che si è rivelata efficace nel contrastare la proliferazione dei batteri.
Questa pratica tradizionale si basava sull’uso della Rana temporaria, una rana bruna comune nelle regioni russe e finlandesi. Senza la conoscenza scientifica moderna, le popolazioni locali sperimentarono che l’introduzione di queste rane nel latte ne prolungava la freschezza. Solo nel 2013, una ricerca scientifica ha spiegato il motivo dell’efficacia di questo antico rimedio: la pelle delle rane secerneva proteine come la Brevinin-1Tb, che hanno proprietà antimicrobiche.
La Brevinin-1Tb e altre proteine simili agiscono infatti come potenti inibitori della crescita batterica. Grazie alla loro azione, il latte non si deteriorava rapidamente, permettendo alle famiglie di consumarlo in un periodo di tempo più lungo. Questo antico metodo di conservazione è un esempio affascinante di come le popolazioni abbiano sfruttato le risorse naturali locali per rispondere a necessità quotidiane, molto prima che fossero disponibili conoscenze e tecnologie moderne.
L’uso di rane per conservare il latte è una testimonianza di come i metodi tradizionali abbiano spesso radici pratiche basate su un’attenta osservazione e sperimentazione diretta, sebbene non fosse sempre chiaro il principio scientifico che ne garantiva l’efficacia.