Nel Vangelo di oggi si trova un tema interessantissimo, che è quello di Gesù che si occupa di questioni sociali. Anche ai suoi tempi in Galilea vi erano delle disparità sociali: da un lato vi erano i poveri, come le vedove che potevano nutrirsi e salvarsi solo grazie alla provvidenza divina ( come nella prima lettura) e dall’altro l’élite, i gli scribi ricchi e potenti che dettavano la legge d’Israele. Gesù non ha guidato insurrezioni armate contro agli scribi per instaurare un nuovo regime politico, ma ha fatto una cosa molto più grandiosa: ha detto loro di convertirsi e lavorare sul proprio cuore, prendendo esempio dalla povera vedova, per poter accedere al Regno di Dio.
Il problema delle disparità sociali, evidentemente, è sempre esistito e infatti anche nell’antica Grecia vi era un continuo susseguirsi di regimi politici – l’anaciclosi- per cercare di dare alla società la miglior forma di governo possibile.
Ebbene, nel corso della storia questi continui susseguirsi di diversi regimi politici hanno continuato a generare situazioni politiche diverse, senza però mai davvero riuscire a portare una vera pace capace di soddisfare tutti. Già Hegel aveva notato che la società fosse suddivisa tra oppressi ed oppressori, e da questa osservazione il teorico del comunismo Karl Marx ha elaborato la teoria della Lotta di Classe. Anche Adolf Hitler, che era pagano, voleva lottare contro alle ingiustizie sociali e ha fatto finire la Germania in un bagno di sangue.
Anche la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è nata col desiderio di abolire tutte le più grandi ingiustizie a livello mondiale e vuole tutelare i deboli dallo sfruttamento ed è di ispirazione cristiana, perché contempla l’amore e la misericordia verso al debole come beni supremi, sebbene non nomini mai esplicitamente Cristo e la chiesa. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è stato redatta dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 e nei suoi 30 tratta della libertà di espressione, del diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute, e il diritto di non subire discriminazioni. Questo documento è molto bello, ma manca ancora di una cosa fondamentale: la comprensione che solo l’amore ispirato da Dio , interiorizzato e sviluppato nella propria coscienza è l’unico vero antidoto ad ogni forma di malgoverno e ingiustizia politica.
Ebbene, Gesù, che si era arrabbiato per il comportamento degli scribi, li aveva ammoniti dicendo loro che, se avessero continuato a banchettare, a crogiolarsi nell’oro e ad arricchirsi a discapito dei poveri come la vedova essi, dopo alla morte, riceveranno una severa condanna.
La punizione di scribi e farisei , per Gesù, si trova non in questo mondo, ma in quello celeste, pertanto la questione della lotta politica viene traslata dal campo della storia a quello interiore, della coscienza. Questa cosa è fondamentale: Gesù non ha detto ai poveri di lottare contro ai farisei e ribellarsi, ma li ha esortati a continuare a fare del bene, nel loro piccolo, mentre degli oligarchi se ne occuperà Dio.
La vedova, che è povera, umile e possiede una fede pura e genuina verrà salvata, chi invece proclama grandi teorie sulla religione e la legge senza però essere davvero buono di cuore verrà punito severamente: è nel campo della relazione personale e intima con Dio, quindi, che si gioca l’essere buoni o meno.
Anche noi, quindi, lasciandoci ispirare dal Vangelo di oggi, dobbiamo cercare di ricordarci che ogni nostra azione dev’essere finalizzata alla salvezza dell’anima e non solo allo ricchezza, allo status o al potere politico. I grandi rivoluzionari della storia, come Karl Marx, Che Guevara, Pol Pot ed Hitler hanno sì voluto sovvertire il sistema per creare una presunta società perfetta, ma l’hanno fatto dimenticandosi che la prima grande rivoluzione avviene nel proprio cuore, attraverso la Fede, che insegna ad amarsi gli uni gli altri senza discriminazioni.